In queste pagine, Luciana Crosato Larcher rivela che un tempo, dietro l’imponente facciata di Palazzo Giacomelli, seicentesca residenza affacciata sul fiume Sile a Treviso, esisteva un raro e inatteso giardino di cactus, realizzato da Angelo Giacomelli. All’inizio dell’800 Angelo si dedica alla coltivazione di piante esotiche e pubblica nel 1842 il Catalogo delle cactee coltivate da Angelo Giacomelli in Treviso. Il Catalogo, ripubblicato all’interno di questo volume in anastatica, permette di ipotizzare che le cactee coltivate dall’appassionato botanico si aggirassero attorno agli ottocento esemplari, collezione che doveva essere un’eccellenza, tanto che, tre anni dopo la pubblicazione, Giacomelli riceve dall’Orto Botanico di Padova, il primo premio “Collezioni più complete e rare”, fra cui si ricorda un Echinocactus iroratus, di un metro e 40 centimetri di circonferenza. Il volumetto è corredato da disegni tratti dalle riviste ottocentesche che illustrano alcune delle varietà di cactus presenti nel giardino trevigiano. In appendice si trovano brevi note dedicate al palazzo e ai tre esponenti della famiglia Giacomelli a cui fa riferimento lo studio.
Il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme con le sue ricche collezioni d’arte, rappresenta un esempio virtuoso per rendere il patrimonio culturale una esperienza condivisa dai propri cittadini, messa a disposizione dei visitatori italiani e stranieri. La pubblicazione di questa guida è il risultato della collaborazione tra il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova e il Comune di Abano Terme per lo studio e la valorizzazione della villa e delle raccolte ricevute in dono dal bergamasco Roberto Bassi Rathgeb.
Il Veneto del Novecento è stato culla feconda di personalità di spicco che hanno lasciato un segno profondo nella letteratura e nell’arte: una di queste è sicuramente Giovanni Comisso che con i suoi libri, ricchi di straordinaria forza narrativa, ha lasciato alcune tra le pagine più belle e originali dell’Italia nel periodo cruciale tra la prima guerra mondiale e gli anni tumultuosi del secondo dopoguerra.
Questo volume si inserisce nell’ambito della progettualità della Regione del Veneto a favore della promozione della memoria dello scrittore trevigiano, con il riordino e la descrizione informatizzata del suo fondo documentario, per poter consegnare alle future generazioni lo straordinario concentrato di arte e vita di cui gli archivi di persona sono detentori.
Cogliere il frammento spaziale e l’attimo temporale, il sentimento che irrora ciascun istante del vivere, disvelato nella sua natura semplice ed essenziale. Capire come la neve e la roccia, il vento e il mare si colorino di noi e noi di loro, come la vita sia una continua e sorprendente intersecazione di situazioni minime, dove ogni segmento del nostro, pur sempre misterioso, vissuto si lega circolarmente a ciò che gli è esterno, ma un esterno che ci appartiene intimamente.
Il pieno e il vuoto si sorreggono a vicenda nel pudico canto a più voci della lirica di Antonio Chiades, dove il contrappunto intensifica o alleggerisce la trama narrativo-poetica dei versi che, da un quasi timido incipit iniziale, si alza ogni volta verso più alte consapevolezze. Il significato particolare e personale dei nostri singoli momenti di vita viene così a collocarsi, per l’Autore, in una dimensione altra e ulteriore, che proprio tramite noi respira nei dettagli lasciando poeticamente avvertire la brezza della sacralità.
Il terzo numero della rivista (2023) si apre con un saggio sull’evoluzione della topografia urbana di Treviso nell’Alto Medioevo. Segue una ricerca su un bruciaprofumi islamico conservato ad Asolo e legato alla corte di Caterina Cornaro. Quindi due studi, uno dedicato a Porta San Tomaso di Treviso e uno su Villa Revedin Bolasco di Castelfranco Veneto e l’architetto Meduna. Nuove ricerche d’archivio portano l’attenzione su numerosi interventi architettonici tra gusto liberty e storicista a Treviso. Seguono due saggi sui temi del restauro: gli affreschi riscoperti in una facciata in via Ortazzo a Treviso e l’intervento conservativo sul Palinuro di Arturo Martini a Padova. Quindi l’analisi di un lotto di prove grafiche attribuite a Gino Rossi al sant’Artemio e nuovi aspetti sulle modalità di collezione dei manifesti da parte di Nando Salce attraverso carteggi inediti. Chiude il numero un saggio sul tema della fotografia digitale e i luoghi d’arte.
Fragmenta è una rivista annuale di studi e ricerche di scienze storico-artistiche e archeologiche, che raccoglie contributi inediti inerenti alla storia dell’arte, all’architettura, all’archeologia, al restauro e all’economia dei beni culturali su Treviso e il suo territorio.
Questo secondo volume è dedicato, come il precedente coronato da successo editoriale, a grandi italiane protagoniste di storie non comuni, donne che regione per regione, dalle Alpi ai nuraghi sardi, meritano memoria in un luogo pubblico da intitolare a loro: una strada, una piazza, un monumento, un parco, un giardino, una scuola. In Italia solo il 6,6% delle strade intitolate a persone nei capoluoghi delle 20 regioni e delle 110 province italiane sono dedicate a figure femminili, spesso tratte dal mito più che dalla Storia.
Il messaggio contenuto in queste pagine è diretto principalmente agli amministratori delle città italiane, ai componenti delle commissioni toponomastiche e alle scuole dove vengono formate le nuove generazioni. Si vuole così contribuire nuovamente a far scoprire, valorizzare e vedere con uno sguardo nuovo alcune delle tante donne che, in epoche diverse e con ruoli diversi, hanno influito e contribuito con le loro idee, il loro talento e il loro impegno, a migliorare il mondo attorno a loro e alla crescita culturale e sociale della nostra Italia. Perché la Storia sono anche loro. E, come ci ricorda la nota scrittrice e psicoterapeuta Maria Rita Parsi nella sua stimolante riflessione fatta per introdurre questo libro, “l’altra metà del cielo merita l’altra metà delle vie”.
Salvatore Giannella e Gaetano Gramaglia sono gli autori del libro Le vie delle donne alla sua seconda ristampa edita da Antiga Edizioni. (ISBN 978-88-8435-340-5)
Amelia Cavarzan parte in bicicletta per collegare Cavarzan, un paesino delle Dolomiti venete, ad Amelia, una cittadina umbra. L’autrice ci racconta con sarcasmo, delicatezza e autoironia la sua piccola grande impresa di 15 giorni e 800 km per collegare il suo cognome al suo nome. Ci porta con lei in questo viaggio ambientato fra le meraviglie artistiche e naturalistiche del nostro Paese. Amelia è curiosa, non si nutre solo di caciocavallo e capocollo. Si nutre degli incontri con le persone, di quello che vede, di quello che sente. La accompagniamo intimamente in un susseguirsi di avventure, coincidenze e aneddoti divertenti, intervallati da momenti di riflessione e introspezione. Guarda mamma! è un viaggio di ricerca personale animato da un forte legame con la madre, scomparsa troppo presto. Un racconto autobiografico che vuole incitare a viaggiare chi non osa farlo. Un invito a meravigliarsi delle piccole cose della vita.
Amelia Cavarzan (Possagno, TV) ha studiato Mediazione Linguistica a Padova e Comunicazione a Nantes. Da più di 15 anni vive e lavora in Francia come grafica freelance (Studio Pesberg). Il suo animo itinerante e il suo amore per le rovine l’hanno portata a vivere qualche anno a Roma, dove tra una buca e l’altra, è paradossalmente sbocciata la sua passione per la bici. Attualmente vive a Parigi, e quando non pedala, tiene un diario illustrato della sua vita, perché ha la memoria di un pesce rosso.
Stai pensando di preparare lo zaino e partire per un trekking di più giorni nelle Dolomiti, ma non sai esattamente cosa metterci dentro e come prepararti nel modo migliore? Non conosci le tecniche del backpacking, il territorio, i regolamenti locali e come risolvere la logistica? In questo libro troverai le indicazioni pratiche per organizzare nel modo migliore i percorsi più suggestivi e iconici, oltre a tutte le informazioni e i consigli per spostarti e pernottare in sicurezza. Imparerai ad affrontare il cammino in autonomia e consapevolmente, a scegliere gli spot ideali per la tenda, i bivacchi nei luoghi magici e anche i rifugi più tranquilli e autentici, dove mangiare davvero bene e dove passare una notte con un po’ di comfort in più.
Le Dolomiti, patrimonio inestimabile di bellezza naturale, si prestano magnificamente alle esperienze outdoor; questa guida vuole supportare chi vorrà approcciare il backpacking in sicurezza e in piena consapevolezza, per trarne tutti i benefici e le soddisfazioni che promette.
Andrea Rizzato è anche autore del libro DOLOMITI 135 itinerari circolari (seconda ristampa edita da Antiga Edizioni)
Venezia: una città sull’acqua, tra mare e laguna, un ponte tra Occidente e Oriente, attraversata dal Canal Grande dove le suggestioni levantine convivono e si intrecciano a culture e tradizioni europee.
Due città lontane ma vicine, per chi ne sa cogliere l’essenza: storia, arte, civiltà, mare, commerci millenari, hanno unito Venezia a Bisanzio, che divenne Costantinopoli e poi Istanbul. Oggi, in un mondo lacerato da con itti e ideologie estreme, con questi testi si vogliono sottolineare le tante convergenze che ancora oggi esistono tra l’Occidente e l’Oriente, che sembrano allontanarsi sempre di più tra loro. Se questi capitoli faranno da ponte tra le rive di un Mediterraneo un tempo molto interconnesso, si sarà aggiunto un piccolo
tassello alla conoscenza e alla tolleranza. La grande e fascinosa Istanbul racchiude itinerari sorprendenti e non sempre noti, che si devono cercare nella strati cazione di una storia antichissima e feconda, fatta di incontri, guerre, contatti, commerci, amori, arte, culture, evidenziando aspetti di una storia condivisa con Venezia, una storia che affonda le sue radici nei millenni passati e riconduce a un presente che dovrebbe convergere verso il bene comune.
Alla terza prova come scrittrice, Elisabetta Dotto, imprenditrice con lunga esperienza nel settore dell’hotellerie di lusso e fervente passione fin da ragazza per il mondo della moda, racconta in Parola di Locandiera. Moda e Hotellerie di Lusso una storia di eleganza e buon gusto, passione e grande impegno per una professione affascinante, sempre a contatto con le persone e con i
cambiamenti della società degli ultimi quarant’anni. Ogni capitolo di questo libro – che segue la raccolta di racconti Ciao, Ciao Cortina del 2018 e La bellezza ci salverà del 2020 – affascina e appassiona perché racconta non solo una storia personale e di famiglia, ma la visione di un’Italia capace dagli anni Sessanta di ripartire con slancio e costruire un sogno destinato a durare ancora oggi.
Durante i vari decenni, ai cambi di scenario della società nel suo complesso, corrispondono le evoluzioni e le promozioni nel lavoro, nella gestione di un mestiere duro, seppure di grandi soddisfazioni. Ed è proprio da qui che provengono le risorse e le energie per andare avanti nei momenti più complicati: guardando al passato, al modello di papà Giancarlo Dotto, e al futuro, che vede protagoniste insieme Elisabetta e la figlia Maria Vittoria. Il dress code della Locandiera non prevede un dietro le quinte, è sempre studiato e perfetto, perché lei, come la protagonista della commedia di Carlo Goldoni, è sempre in scena. Osservandola, tra le pagine di questo libro in cui è inclusa anche una preziosa galleria fotografica, si conoscono e riconoscono le evoluzioni dello stile degli ultimi decenni.
Elisabetta Dotto locandiera di terza generazione nata a Treviso, alla guida di Ambra Cortina Luxury & Fashion Boutique Hotel e Excess Venice Boutique Hotel & Private SPA, è stata capace di imporre un modo nuovo e coinvolgente di fare hotellerie, in particolare nel settore del lusso, che vede la moda come protagonista. Parola di Locandiera. Moda e Hotellerie di Lusso è il suo terzo libro.