Viaggio nella storia del Profumo. Collezione Storp.

By michela,

“Il profumo può svanire, ma il flacone ne conserva la memoria”.
Il catalogo della mostra segue il percorso espositivo e si sviluppa lungo una scenografica linea del tempo, attraverso la quale si raccontano seimila anni di cultura olfattiva: dall’Antico Egitto fino all’epoca moderna e all’industrializzazione. Dagli antichi unguentari ai raffinati contenitori in porcellana di Meissen, dai capolavori d’oreficeria ottocenteschi ai flaconi industriali del secondo dopoguerra, ogni pezzo racconta come il profumo abbia sempre accompagnato l’evoluzione delle civiltà, ricoprendo ogni sfera della vita con ruoli sacri, terapeutici e cosmetici. Le collezioni di flaconi di profumo antichi sono estremamente rare nel panorama museale internazionale. La Collezione Storp, oggi tra le più importanti al mondo, ebbe origine nel 1911 con la fondazione dell’azienda Drom. Bruno Storp e sua moglie Dora, appassionati collezionisti di flaconi di profumo, diedero vita a un patrimonio unico, arricchitosi nel 1921 con l’ampliamento curato da Dora. Successivamente, nel 1967, fu Ursula Storp – madre di Ferdinand e Andreas Storp – a rilevare la raccolta e a curarne la manutenzione e la valorizzazione, dedicandovi tutta la sua vita.

 

Museo di Palazzo Mocenigo
sede del Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo – Venezia
21 maggio – 30 novembre 2025

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FRAGMENTA 4

By michela,

FRAGMENTA è una rivista annuale di studi e ricerche di scienze storico-artistiche e archeologiche, che raccoglie contributi inediti inerenti alla storia dell’arte, all’architettura, all’archeologia, al restauro e all’economia dei beni culturali su Treviso e il suo territorio.
Il quarto numero (2024) si apre con un saggio che indaga i 150 anni di dominazione carolingia a Treviso. Di seguito, un contributo su Luigi Coletti e il valore dei suoi studi su Veronese a villa Barbaro a Maser. Quindi l’analisi della barchessa e la ricostruzione di villa Bressa a Selva del Montello. L’attenzione si sposta, poi, su villa Manfrin e villa Farsetti-Ravà nel periodo della proprietà dei Levi.
Due contributi indagano il pittore Luca Antonio Busati, esaminando la pala de L’Incredulità di San Tommaso e un dipinto inedito. Seguono la disamina di alcune opere dello scultore orafo Antonio Gentilin e dell’attività dei Botter presso la chiesa di S. Lucia. Chiude un saggio postumo sulle donne pittrici trevigiane.

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Leonardo da Vinci

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L’innovativo metodo di studio e approccio all’opera d’arte, risultato di circa vent’anni di ricerche scientifiche, contribuisce nello svelare che Leonardo da Vinci, come molti altri artisti vissuti nelle varie epoche, aveva il vezzo di semi celare firme, date e figure in ogni opera eseguita. Le ricerche fatte con questo metodo, hanno condotto lo studioso Luciano Buso, padre della scoperta scientifica delle scritte nascoste nei dipinti, a individuare nel celebre disegno di Leonardo da Vinci “Uomo Vitruviano”, le firme autografe, le sigle soprattutto le date semi celate dal noto artista durante la realizzazione.
Spesso oggetto di attenzione del metodo Buso tra il 2009 e il 2025, le opere di questo grande artista fiorentino vengono ora svelate nel visibile. Quanto il volume tramanda apporta un’ulteriore valore storico-scientifico al celebre disegno di Leonardo da Vinci, il quale non fu eseguito, come da suggerimento accademico nel 1490, bensì nel 1513.

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Giampietro Nardi. Stade comodi

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«Piero è una persona solida, leale, con una parola sola. Ha grande fiuto per i prodotti che piacciono alla gente, una passione smisurata per la meccanica e gli stampi, un amore senza fine per la moglie Graziella, per le figlie e per tutta la sua grande famiglia. Aggiungerei, nel conto degli affetti più cari, anche la bicicletta».

«Nella mia vita professionale ho avuto la fortuna di conoscere tanti imprenditori. Di Giampietro Nardi mi hanno impressionato tre cose: la visione, il coraggio e la determinazione nel procedere. Con queste frecce al suo arco è diventato un pioniere dell’Outdoor, il settore dell’arredamento e del design in cui oggi tutti cercano di accomodarsi, puntando su innovazione, tecnologia, materiali e Made in Italy al 100%».

Questo libro descrive la vita dell’uomo Giampietro Nardi e insieme del capitano d’impresa, come un lungo racconto.

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Into the Light

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Noi tutti viviamo un mondo percorso da luci ed ombre. I fotografi se ne rendono conto più di altri. Elio e Stefano Ciol prendono atto con estrema competenza tecnica di come la luce crei la forma visibile delle cose, ma hanno anche la sensibilità di mostrarci spazi del chiaroscuro in termini di emozioni.
Il rapporto dei fotografi con le proprie opere, si propone in termini di costruzione di un coeso tessuto poetico, in cui il singolo verso – immagine – dà ragione di se stesso facendosi parte d’una complessiva ricerca di musicalità, fatta di equilibri e controllate dissonanze.

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Pompeo Pianezzola (1925-2012)

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Il volume ricostruisce in chiave antologica la carriera di Pompeo Pianezzola, straordinario ceramista che fu anche artista a tutto tondo, pittore, grafico, designer ed esponente nei contesti delle neoavanguardie, per celebrare le tappe e le più eccellenti testimonianze della sua lunga, prolifica e inesausta stagione creativa. Nato e cresciuto nel mondo della ceramica novese, Pompeo Pianezzola (1925-2012) è annoverato tra i più importanti artisti veneti del secondo Novecento per il suo ruolo chiave nel fenomeno di rinnovamento dell’arte ceramica contemporanea. Proprio a partire dalla sua formazione artigianale, Pianezzola è stato in grado di rinnovare una tradizione che sembrava ormai tramontata affidando ad una tecnica antica idee moderne.
A cento anni dalla nascita dell’autore, il catalogo si propone dunque di documentare, attraverso circa centoventi opere, tutte le tappe che hanno portato il giovane talento di Nove a confrontarsi con i maggiori artisti della sua epoca – da Burri a Fontana, da Melotti a Valentini – e ad interpretare le aspirazioni e le inquietudini della cultura italiana a partire dagli anni del miracolo economico fino alle soglie del nuovo secolo, in costante tensione con le correnti artistiche della sua epoca.

Catalogo della mostra
Musei Civici di Bassano Del Grappa (VI)
31 maggio – 7 settembre 2025

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MAREA

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Vi sono luoghi ideali per il fiorire dell’immaginazione, dove il cuore arriva prima della ragione, e l’occhio vede senza bisogno di guardare. Qui la mente è libera, si abbandona a orizzonti incerti. Per Nicola Cappellari lo diventano alcuni paesaggi d’acqua del Veneto, dove il tempo è dettato dalla marea e da un moto costante, gravitazionale, lento e misterioso che oscilla tra il fluire e il ritirarsi, modellando il paesaggio e la sua percezione. Il volume, in formato leporello, accoglie la marea mediante una fogliazione che si espande e contrae, quasi un invito ad accettarla con naturalezza, assieme alle sue ragioni invisibili per situarsi in armonia con l’infinito universo.
Le fotografie riprodotte in questo libro sono scansioni delle originali stampe alla gelatina d’argento realizzate da Nicola Cappellari e sono accompagnate da una geografia di parole, una mappa sentimentale realizzata in letterpress con caratteri d’epoca dell’archivio di Tipoteca Italiana. Disegnato da Roberto Vito d’Amico.

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Il restauro della colonna del pulpito di San Nicolò di Treviso

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Nel libro sono raccolti i saggi dei diversi autori che, con professionalità diverse, hanno partecipato ai lavori di restauro. Giampaolo Cagnin ha curato la ricerca storica dall’arrivo a Treviso dei Frati Predicatori fino al momento in cui il nuovo pulpito fu collocato alla colonna. Sara Filippin ha analizzato vecchie fonti fotografiche riguardanti l’interno della chiesa. Il saggio di Enrica Cozzi ha per oggetto due lacerti di affresco del secolo XIV ritrovati durante i lavori di pulizia e di restauro del pulpito. Benedetta F. Lopez Bani presenta i diversi momenti del restauro, il progetto preliminare e le tavole propedeutiche di studio – assieme a Roberta Anselmi – con un ricco apparato fotografico. Francesco Rizzi e Marco Crivellaro trattano le caratteristiche e la provenienza dei materiali lapidei del pulpito. Roberta Giacometti ha curato la campagna diagnostica degli intonaci e delle patine. Ai Fratelli Schiavetto si deve una relazione tecnico-descrittiva di un pannello ligneo della balaustra.
Le fotografie sono di Benedetta F. Lopez Bani e Luigi Baldin.

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L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia

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L’esposizione L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia offre ai visitatori e agli studiosi una rara opportunità per ammirare eccezionali icone e dipinti bizantini che provengono da alcune delle più importanti collezioni e musei del mondo. Il catalogo della mostra focalizza storicamente e stilisticamente una “scuola” pittorica che, con le sue originalissime peculiarità ha rappresentato un solido ponte culturale tra le nazioni italiana e greca. In particolare tra l’isola di Creta – ovvero la Candia perla dello “Stato da Mar” della Serenissima – e la madre-patria Venezia: quasi quattro secoli di continuo vivace scambio, sia di manufatti pittorici, sia di vera immigrazione, temporanea, ma talvolta anche permanente di artisti “iconografi” attivi in laguna; specie dopo la definitiva caduta in mano ottomana dell’isola di Candia nel 1669. Il risultato fu l’originalissimo incontro e sintesi della nativa impronta bizantina (in verità già una delle anime fondanti della stessa civiltà di Venezia) con il linguaggio figurativo occidentale, specie proprio quello dell’aureo Rinascimento veneto fra Quattro e Cinquecento; e, al centro, il campione fuoriclasse di Domenikos Theotokopoulos – il grande El Greco – anch’egli veneziano d’adozione negli anni cruciali della formazione prima della maturità artistica, accanto ai “giganti” della pittura veneta cinquecentesca.

 

Mostra

Venezia, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge
30 aprile – 29 settembre 2025

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Flavio Faganello

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A vent’anni dalla scomparsa, il volume celebra l’eredità di Flavio Faganello (1933-2005), ripercorrendone mezzo secolo di attività con precisazioni critiche e cronologiche, rese possibili da nuove ricerche documentali. L’autore, a lungo trascurato dalle narrazioni ufficiali della fotografia italiana, è oggi pienamente restituito alla cerchia dei fotografi che “hanno avuto il coraggio avventuroso di raccontare l’universo che stava davanti alla loro porta di casa” (Michele Smargiassi).
Le oltre cento fotografie selezionate per la mostra, programmata in doppia sede, a Trento e Bolzano, mettono in luce i diversi aspetti di una visione radicata nel legame profondo di Faganello con la “sua” terra, il Trentino Alto Adige/Südtirol, cresciuto nel tempo lento del cammino come azione culturale.

 

MOSTRE

Trento, Museo Diocesano Tridentino, 25 aprile – 8 settembre 2025

Bolzano, Palazzo Mercantile, 4 – 31 ottobre 2025

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