Un dipinto mantegnesco riscoperto nelle collezioni dei Musei Civici Veneziani

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Torna a casa il dipinto Madonna col Bambino, San Giovannino e sei sante, riscoperto nei depositi del Museo Correr: accolto per la prima volta nelle sale museo veneziano, tra i capolavori della Quadreria, in una sala interamente dedicata con una mostra–dossier ricca di approfondimenti, per scoprire la storia, i risultati delle prime indagini e anche i misteri che ancora avvolgono l’opera. Gli stessi dati sono contenuti nel piccolo catalogo che accompagna l’esposizione, di fatto la prima pubblicazione sulla ‘nuova’ opera.
Una tavola di piccole dimensioni, pervasa dallo spirito delle grandi corti italiane del Rinascimento e che, soprattutto, mostra l’impronta del celebre pittore padovano: Andrea Mantegna.
Dopo un lungo e complesso restauro e la prima restituzione con la mostra di Villa Contarini – Fondazione G. E. Ghirardi a Piazzola sul Brenta – luogo natale di Andrea Mantegna, torna ora visibile al pubblico, offerta a specifici studi, approfondimenti, confronti.

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Studiosi e Libertini

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Nel Settecento Castelfranco è una città di circa 4000 abitanti e in quello che all’epoca è poco più di un borgo, un gruppo di studiosi è in collegamento epistolare con le menti più interessanti del tempo. Qui Jacopo Riccati insieme con il figlio Vincenzo individua l’integrale capace di risolvere un’equazione differenziale, detta appunto riccatiana, che ancora oggi, dopo 350 anni, viene studiata in tutte le università del mondo.
Giovanni Rizzetti – la cui teoria sul colore sarà ripresa a piene mani da Goethe a inizio ‘800-  osa rinnegare la teoria sul colore dell’intoccabile Newton.
Giordano Riccati, studioso raffinato che padroneggia parecchi strumenti musicali, è in contatto con la “Scuola padovana”, con Tartini e Vallotti, domina la tecnica del contrappunto e risulta aggiornato sulle teorie fisico-acustiche più in voga. La sua musica sarà poi utilizzata dal medico Antonio Galletti per curare i suoi pazienti in maniera innovativa con la musicoterapia. Contemporaneamente le sperimentazioni di Francesco Riccati e Francesco Maria Preti su una nuova maniera di progettare un teatro, concretizzate nel nuovo Teatro Accademico della città, condizioneranno la costruzione del teatro Scientifico di Mantova del Bibiena e poi niente di meno che i  progetti per il teatro La Fenice di Venezia (costruito trent’anni dopo) e quello alla Scala di Milano (edificato quarantasei anni più tardi).

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Le storie di piccolo Robinson

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Il protagonista è il Piccolo Robinson, un cagnolino di pezza di colore arancione che, liberato da una vetrina da una Gentile Fanciulla, si trova in una casa dove viene finalmente amato. Un giorno però viene inavvertitamente spazzato via dalla Amabile Vecchina che aveva la vista corta e si trova in un ambiente chiuso e polverose. Qui conosce un Carretto Siciliano e una Forbice, abbandonati perché malconci, ai quali propone di fuggire e di girare il mondo, questi diventano i suoi amici. E da qui in poi il Piccolo Robinson scopre più mondi, dialoga con le “cose”, le piante, i fiori, i molluschi, le tartarughe che popolano contesti diversi come il giardino, la spiaggia, la montagna, conosce la città (Roma) e la campagna. Incontra gli umani e si fa un amico del cuore, Bertino…

I temi sono tanti: l’amicizia, il viaggio, la scoperta della Natura meravigliosa e delle sue leggi, l’incontro e il dialogo con personaggi diversi che la popolano e la raccontano con il loro punto di vista e si stupiscono della sua presenza, tra essi: la Rosa «con voce languente», un gomitolo di rafia, Poldo il Polpo detto il Professore, Gennarino il sandalo sfuggito dal piede di un pescatore con la sua compagna Dolly, una scarpetta da ballo caduta da una grande nave, Miao, i piccioni de Piazza San Pietro, Artù Cane, etc.
Un approccio gentile e ironico, scherzoso e simpatico fa esplorare, vedere, ascoltare e sentire un universo fantastico evocato da una scrittura parlante di rara bellezza. Convive un forte spirito ecologista, che anima in particolare gli ultimi due racconti: «bisogna fare qualcosa perché il mondo resti bello e vario, in modo che si possa vivere tutti assieme, in pace, felici e contenti».

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Cristina Roccati. La donna che osò studiare fisica

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Rovigo ricorda Cristina Roccati, la donna che “osò” studiare fisica. Osò studiare, perché all’epoca, che da un piccolo paese, Rovigo – che nel ‘700 contava su una popolazione di all’incirca 5 mila abitanti e su un’economia non certo tra le più fiorenti – una ragazza di appena 15 anni partisse per Bologna per studiarvi all’Università era cosa mai vista. E ancora più incomprensibile, e forse scandaloso, parve l’oggetto dei suoi studi: materie che esulavano dalle competenze proprie “delle donne”. La Roccati si laureò nel 1751, appena diciannovenne, e l’anno successivo si trasferì a Padova per continuare la sua formazione con lo studio dell’astronomia e della fisica di Newton. La sua carriera era in realtà iniziata dalla poesia erudita e d’occasione, composta per esempio per le nozze di personalità di spicco, un’attività che l’aveva fatta apprezzare non solo nella sua città natale, ma anche a Bologna e in altre accademie d’Italia. Dopo le vivaci esperienze a Bologna e Padova, la vita di Cristina Roccati trascorse sempre a Rovigo, dove portò la scienza galileiana e la fisica newtoniana in lezioni che ci sono pervenute fino ad oggi e che ci restituiscono uno spaccato della scienza e della società del tempo.

Mostra a Palazzo Roncale, dal 6 dicembre 2024 al 21 aprile 2025, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in collaborazione con l’Accademia dei Concordi e il Comune di Rovigo, da un’idea di Sergio Campagnolo.

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Una Galea nell’arcipelago greco

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Un libro di memorie, di vita di un uomo tra l’Italia e la Grecia: il coraggio, la dignità, il senso del dovere, ma anche quello della comprensione. Una storia affascinante narrata in prima persona di peregrinazioni nelle isole greche, non priva di colpi di scena; una grande storia di amore, i rapporti con “l’avventuriero” Morosini. Un quadro del Mediterraneo nel Seicento simile per gli uomini e la loro vita a quello che viviamo adesso.

Gherardo degli Azzoni Avogadro Malvasia è architetto specializzato nel restauro di antiche dimore in Italia e all’estero, appassionato storico dell’arte che ha sempre coltivato gli studi storici affascinato dalla continuità nei secoli dei comportamenti umani. Ha ricoperto varie e importanti cariche in Enti e Associazioni, ha pubblicato diversi libri tratti dall’antichissimo archivio di famiglia pensando che questo debba essere una cosa viva e attuale: Diari di guerra Francesco degli Azzoni Avogadro 1915-1916-1917 (2012), Diari di guerra di Rambaldo degli Azzoni Avogadro (2018), Ritratti trovati nel vento del tempo (2020), Diario di giardino e campagna durante l’occupazione napoleonica di Marcantonio degli Azzoni Avogadro (2021).
Vive e lavora tra l’Italia e la Grecia.

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Dalla parte del fuoco. Riti, visioni, pratiche di coltivazione nel paesaggio

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Mentre assistiamo quotidianamente, a ogni latitudine, a incendi di ampiezza e intensità inimmaginabili sino a pochi anni fa, tali da sembrare l’annuncio di un’imminente apocalisse, a eruzioni vulcaniche tanto spettacolari quanto distruttive, sempre più vicine ai territori abitati e devastanti per le attività di intere regioni e la vita stessa di molte persone, la proposta di uno sguardo diverso sul tema del fuoco, come emerge da questo lavoro, può sembrare una provocazione.
Di sicuro rappresenta una sfida, perché il fuoco costituisce una presenza costante del nostro ambiente di vita, dal quale non può essere escluso o, peggio, demonizzato: basti pensare a tutti gli aspetti della vita sulla Terra che dal fuoco dipendono.
Tuttavia, in uno scenario nel quale ancora una volta è il comportamento umano a rivelarsi problematico, questo lavoro è un invito a rivolgerci all’elemento fuoco nella sua relazione con la Terra e tutti i suoi abitanti, tenendo conto della sua ecologia, recuperando conoscenze e pratiche tradizionali in chiave inventiva, immaginando l’utilizzo di fonti di energia alternative ai combustibili fossili. Si tratta di coltivare un nuovo – o forse antico – approccio fondato su un’idea di coesistenza e non su forme di contrapposizione.

Il volume trae origine dai contenuti delle Giornate internazionali di studio sul paesaggio organizzate dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche a Treviso nel febbraio 2023 e raccoglie contributi di: Marco Belpoliti, Serge Briffaud e Quentin Rivière, Ignazio Emanuele Buttitta, Leonardo Caffo, Salvatore Caffo, Carlos Casas, Kate Cullity e Marnie Elder, Giuseppe Mariano Delogu, Donatella de Rita, Xabier Erkizia, Veronique Mure, Juan Manuel Palerm, Enrico Pau, Rosa Tamborrino e Pelin Bolca, Robin Winogrond.

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EGITTO. Viaggio verso l’immortalità

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Faraoni, piramidi, sontuosi corredi tombali, mummie che si risvegliano, misteri. L’eterno ed esotico fascino dell’antico Egitto, diffuso da infiniti film e racconti, è il soggetto della nuova mostra a Conegliano (Palazzo Sarcinelli, dal 23 ottobre 2024 al 6 aprile 2025). Un viaggio ideato per condurre il visitatore nella realtà sottesa al turbinio di leggende sorte intorno ai faraoni e agli altri dèi; per scoprire le credenze

e i riti che accompagnavano la morte nell’Egitto dei tempi antichi. EGITTO. Viaggio verso l’immortalità è una mostra rigorosamente scientifica, a cura di Maria Cristina Guidotti, ideata da Contemporanea Progetti, organizzata da ARTIKA e CP, in collaborazione con il Comune di Conegliano. La totalità delle opere esposte proviene dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

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Da Venezia al mondo. Tra la guerra e la dolce vita

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Il volume è dedicato al periodo della storia dello scalo e, più in generale, dell’aviazione veneziana, tra lo scoppio della Seconda guerra mondiale e l’apertura dell’aeroporto
di Tessera. L’idea di questo progetto nasce dalla volontà di riunire i fili che compongono la trama del prestigioso passato dell’aeroporto in vista del suo centenario nel 2026.

Le fotografie pubblicate, già esposte in mostra nel bunker risalente agli anni Trenta, primaria opera difensiva militare nelle immediate vicinanze dell’aerostazione assieme alla casamatta modello Ringstand tipo Bauform 59, sono riferite in particolare all’antica storia militare di quest’area del Lido, alle installazioni medievali e alle fortificazioni novecentesche. Guerra, dopoguerra e Dolce Vita, questa la cadenza narrativa della selezione immagini, cui si affiancano alcuni approfondimenti che illustrano quanto di più importante è accaduto: dal Nicelli in guerra, ai raduni aerei organizzati dall’Aeroclub Ancillotto, al jet set, che qui si dava appuntamento annuale giungendo via aria a Venezia. Approfondire questo periodo storico permette di ricordare come Venezia, al pari dell’Italia intera, abbia saputo soffrire e poi rinascere, creando dalla devastazione bellica una grande speranza desiderosa di futuro.

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Artefacta Lapis

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Catalogo realizzato in occasione della mostra Artefacta lapis di Raffaello Galiotto, designer e artista, che ha avuto luogo nell’ottobre del 2024 nella ex chiesa di San Pietro in Monastero a Verona. Il volume raccoglie un saggio del curatore, Alfonso Cariolato, dal titolo Polvere, acqua e punte di diamante, le fotografie di tutte le opere esposte, unitamente a dettagli delle stesse, nonché una selezione di immagini di altri lavori di Galiotto. Si intende così presentare un’opera complessa, frutto di un lavoro di interazione tra l’idea, la capacità progettuale e la programmazione digitale delle macchine utensili, in costante dialogo con l’evoluzione artistica della pratica scultorea. «Le opere si presentano come sorprendenti esseri biomorfi colti in figurazioni complesse. A metà tra il fossile di un lontano futuro e l’inquietante potenza del monolite, i diversi tipi di simmetria esplorati in questi lavori mostrano presenze viventi che sfidano la tenace fissità del marmo» (Alfonso Cariolato).  

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Gioielli d’Artista

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Guido Giraldo, gioielliere, è nato a Treviso nel 1937 da padre friulano e madre trevigiana.

Dopo una vita dedicata all’arte orafa, in Gioielli d’Artista racconta il suo percorso, le esperienze che lo hanno reso l’orafo creativo di oggi, ripercorrendo il passato con fotografie e disegni di una vita.

Questo libro è un tributo al mondo dell’oreficeria, un omaggio a una grande passione. È la storia di un bambino affascinato dall’arte orafa e di un uomo capace di trasformare quel metallo prezioso in opere d’arte.

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