Donna in scena è il titolo del catalogo dell’omonima mostra promossa dal Comune di Treviso, per conto dei Civici Musei, che sarà aperta al Santa Caterina dal 13 aprile al 28 luglio 2024, con la curatela scientifica del Direttore Fabrizio Malachin.
Riunisce ben 130 dipinti, spesso di grandi dimensioni, accanto ad una folla di abiti e di accessori: borsette, ventagli e cappelli di un’epoca che va tra il tramonto dell’Ottocento i decenni di una Belle Époque europea, e lo scoppio della Grande Guerra e il suo Dopoguerra. Poco meno di mezzo secolo in cui, archiviate le battaglie delle suffragette, le donne si conquistano il diritto a essere protagoniste. E si fanno raffigurare, spesso a grandezza naturale, in abiti scintillanti, sicure di sé. E per farsi ritratte chiamavano gli artisti più in voga: Boldini, Corcos, Milesi, Tito, Erler, Tallone, Grosso, Selvatico, Nono, Beltrame.
Una mostra – catalogo d’arte, ma con lo sguardo rivolto a comprendere il significato più profondo della femminilità in quest’epoca. Toscanini, la marchesa Luisa Casati, Lina Cavalieri, Lyda Borelli, Virginia Reiter, Tina di Lorenzo, fino a Eleonora Duse o al personaggio letterario di Margherita Gauthier, solo per citarne alcune.
In catalogo anche due saggi che raccontano cosa significa modernità nel territorio sotto l’aspetto degli investimenti pubblici, della rinascita di teatri, della nascita della nuova borghesia. Una narrazione affascinante nel bel mondo tra Otto e Novecento, profondamente attuale. Un mondo in equilibrio fra tradizione e progresso, in cui la donna conquista spazi di libertà e indipendenza.
In queste pagine, Luciana Crosato Larcher rivela che un tempo, dietro l’imponente facciata di Palazzo Giacomelli, seicentesca residenza affacciata sul fiume Sile a Treviso, esisteva un raro e inatteso giardino di cactus, realizzato da Angelo Giacomelli. All’inizio dell’800 Angelo si dedica alla coltivazione di piante esotiche e pubblica nel 1842 il Catalogo delle cactee coltivate da Angelo Giacomelli in Treviso. Il Catalogo, ripubblicato all’interno di questo volume in anastatica, permette di ipotizzare che le cactee coltivate dall’appassionato botanico si aggirassero attorno agli ottocento esemplari, collezione che doveva essere un’eccellenza, tanto che, tre anni dopo la pubblicazione, Giacomelli riceve dall’Orto Botanico di Padova, il primo premio “Collezioni più complete e rare”, fra cui si ricorda un Echinocactus iroratus, di un metro e 40 centimetri di circonferenza. Il volumetto è corredato da disegni tratti dalle riviste ottocentesche che illustrano alcune delle varietà di cactus presenti nel giardino trevigiano. In appendice si trovano brevi note dedicate al palazzo e ai tre esponenti della famiglia Giacomelli a cui fa riferimento lo studio.
Il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme con le sue ricche collezioni d’arte, rappresenta un esempio virtuoso per rendere il patrimonio culturale una esperienza condivisa dai propri cittadini, messa a disposizione dei visitatori italiani e stranieri. La pubblicazione di questa guida è il risultato della collaborazione tra il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova e il Comune di Abano Terme per lo studio e la valorizzazione della villa e delle raccolte ricevute in dono dal bergamasco Roberto Bassi Rathgeb.
Il Veneto del Novecento è stato culla feconda di personalità di spicco che hanno lasciato un segno profondo nella letteratura e nell’arte: una di queste è sicuramente Giovanni Comisso che con i suoi libri, ricchi di straordinaria forza narrativa, ha lasciato alcune tra le pagine più belle e originali dell’Italia nel periodo cruciale tra la prima guerra mondiale e gli anni tumultuosi del secondo dopoguerra.
Questo volume si inserisce nell’ambito della progettualità della Regione del Veneto a favore della promozione della memoria dello scrittore trevigiano, con il riordino e la descrizione informatizzata del suo fondo documentario, per poter consegnare alle future generazioni lo straordinario concentrato di arte e vita di cui gli archivi di persona sono detentori.
Cogliere il frammento spaziale e l’attimo temporale, il sentimento che irrora ciascun istante del vivere, disvelato nella sua natura semplice ed essenziale. Capire come la neve e la roccia, il vento e il mare si colorino di noi e noi di loro, come la vita sia una continua e sorprendente intersecazione di situazioni minime, dove ogni segmento del nostro, pur sempre misterioso, vissuto si lega circolarmente a ciò che gli è esterno, ma un esterno che ci appartiene intimamente.
Il pieno e il vuoto si sorreggono a vicenda nel pudico canto a più voci della lirica di Antonio Chiades, dove il contrappunto intensifica o alleggerisce la trama narrativo-poetica dei versi che, da un quasi timido incipit iniziale, si alza ogni volta verso più alte consapevolezze. Il significato particolare e personale dei nostri singoli momenti di vita viene così a collocarsi, per l’Autore, in una dimensione altra e ulteriore, che proprio tramite noi respira nei dettagli lasciando poeticamente avvertire la brezza della sacralità.
Il terzo numero della rivista (2023) si apre con un saggio sull’evoluzione della topografia urbana di Treviso nell’Alto Medioevo. Segue una ricerca su un bruciaprofumi islamico conservato ad Asolo e legato alla corte di Caterina Cornaro. Quindi due studi, uno dedicato a Porta San Tomaso di Treviso e uno su Villa Revedin Bolasco di Castelfranco Veneto e l’architetto Meduna. Nuove ricerche d’archivio portano l’attenzione su numerosi interventi architettonici tra gusto liberty e storicista a Treviso. Seguono due saggi sui temi del restauro: gli affreschi riscoperti in una facciata in via Ortazzo a Treviso e l’intervento conservativo sul Palinuro di Arturo Martini a Padova. Quindi l’analisi di un lotto di prove grafiche attribuite a Gino Rossi al sant’Artemio e nuovi aspetti sulle modalità di collezione dei manifesti da parte di Nando Salce attraverso carteggi inediti. Chiude il numero un saggio sul tema della fotografia digitale e i luoghi d’arte.
Fragmenta è una rivista annuale di studi e ricerche di scienze storico-artistiche e archeologiche, che raccoglie contributi inediti inerenti alla storia dell’arte, all’architettura, all’archeologia, al restauro e all’economia dei beni culturali su Treviso e il suo territorio.
Questo secondo volume è dedicato, come il precedente coronato da successo editoriale, a grandi italiane protagoniste di storie non comuni, donne che regione per regione, dalle Alpi ai nuraghi sardi, meritano memoria in un luogo pubblico da intitolare a loro: una strada, una piazza, un monumento, un parco, un giardino, una scuola. In Italia solo il 6,6% delle strade intitolate a persone nei capoluoghi delle 20 regioni e delle 110 province italiane sono dedicate a figure femminili, spesso tratte dal mito più che dalla Storia.
Il messaggio contenuto in queste pagine è diretto principalmente agli amministratori delle città italiane, ai componenti delle commissioni toponomastiche e alle scuole dove vengono formate le nuove generazioni. Si vuole così contribuire nuovamente a far scoprire, valorizzare e vedere con uno sguardo nuovo alcune delle tante donne che, in epoche diverse e con ruoli diversi, hanno influito e contribuito con le loro idee, il loro talento e il loro impegno, a migliorare il mondo attorno a loro e alla crescita culturale e sociale della nostra Italia. Perché la Storia sono anche loro. E, come ci ricorda la nota scrittrice e psicoterapeuta Maria Rita Parsi nella sua stimolante riflessione fatta per introdurre questo libro, “l’altra metà del cielo merita l’altra metà delle vie”.
Salvatore Giannella e Gaetano Gramaglia sono gli autori del libro Le vie delle donne alla sua seconda ristampa edita da Antiga Edizioni. (ISBN 978-88-8435-340-5)
Amelia Cavarzan parte in bicicletta per collegare Cavarzan, un paesino delle Dolomiti venete, ad Amelia, una cittadina umbra. L’autrice ci racconta con sarcasmo, delicatezza e autoironia la sua piccola grande impresa di 15 giorni e 800 km per collegare il suo cognome al suo nome. Ci porta con lei in questo viaggio ambientato fra le meraviglie artistiche e naturalistiche del nostro Paese. Amelia è curiosa, non si nutre solo di caciocavallo e capocollo. Si nutre degli incontri con le persone, di quello che vede, di quello che sente. La accompagniamo intimamente in un susseguirsi di avventure, coincidenze e aneddoti divertenti, intervallati da momenti di riflessione e introspezione. Guarda mamma! è un viaggio di ricerca personale animato da un forte legame con la madre, scomparsa troppo presto. Un racconto autobiografico che vuole incitare a viaggiare chi non osa farlo. Un invito a meravigliarsi delle piccole cose della vita.
Amelia Cavarzan (Possagno, TV) ha studiato Mediazione Linguistica a Padova e Comunicazione a Nantes. Da più di 15 anni vive e lavora in Francia come grafica freelance (Studio Pesberg). Il suo animo itinerante e il suo amore per le rovine l’hanno portata a vivere qualche anno a Roma, dove tra una buca e l’altra, è paradossalmente sbocciata la sua passione per la bici. Attualmente vive a Parigi, e quando non pedala, tiene un diario illustrato della sua vita, perché ha la memoria di un pesce rosso.
Stai pensando di preparare lo zaino e partire per un trekking di più giorni nelle Dolomiti, ma non sai esattamente cosa metterci dentro e come prepararti nel modo migliore? Non conosci le tecniche del backpacking, il territorio, i regolamenti locali e come risolvere la logistica? In questo libro troverai le indicazioni pratiche per organizzare nel modo migliore i percorsi più suggestivi e iconici, oltre a tutte le informazioni e i consigli per spostarti e pernottare in sicurezza. Imparerai ad affrontare il cammino in autonomia e consapevolmente, a scegliere gli spot ideali per la tenda, i bivacchi nei luoghi magici e anche i rifugi più tranquilli e autentici, dove mangiare davvero bene e dove passare una notte con un po’ di comfort in più.
Le Dolomiti, patrimonio inestimabile di bellezza naturale, si prestano magnificamente alle esperienze outdoor; questa guida vuole supportare chi vorrà approcciare il backpacking in sicurezza e in piena consapevolezza, per trarne tutti i benefici e le soddisfazioni che promette.
Andrea Rizzato è anche autore del libro DOLOMITI 135 itinerari circolari (seconda ristampa edita da Antiga Edizioni)
Venezia: una città sull’acqua, tra mare e laguna, un ponte tra Occidente e Oriente, attraversata dal Canal Grande dove le suggestioni levantine convivono e si intrecciano a culture e tradizioni europee.
Due città lontane ma vicine, per chi ne sa cogliere l’essenza: storia, arte, civiltà, mare, commerci millenari, hanno unito Venezia a Bisanzio, che divenne Costantinopoli e poi Istanbul. Oggi, in un mondo lacerato da con itti e ideologie estreme, con questi testi si vogliono sottolineare le tante convergenze che ancora oggi esistono tra l’Occidente e l’Oriente, che sembrano allontanarsi sempre di più tra loro. Se questi capitoli faranno da ponte tra le rive di un Mediterraneo un tempo molto interconnesso, si sarà aggiunto un piccolo
tassello alla conoscenza e alla tolleranza. La grande e fascinosa Istanbul racchiude itinerari sorprendenti e non sempre noti, che si devono cercare nella strati cazione di una storia antichissima e feconda, fatta di incontri, guerre, contatti, commerci, amori, arte, culture, evidenziando aspetti di una storia condivisa con Venezia, una storia che affonda le sue radici nei millenni passati e riconduce a un presente che dovrebbe convergere verso il bene comune.