Astuccio “LetterBugs” piccolo

By michela,

La naturale affinità dell’inchiostro per la stampa è stata l’idea di partenza per la creazione di questi pratici astucci nei formati Small e Big. L’astuccio prende vita da un foglio di carta grigio perla che, piegato più volte, si trasforma in un resistente contenitore da usare per oggetti a tua scelta: matite, trucchi, biglietti, tessere… Gli astucci sono stampati in due temi: “Alphabet” e “LetterBugs”.

Il design dell’astuccio “LetterBugs” è firmato dal tipografo e designer americano Bill Moran: forme curiose di lettere danno vita a singolari creature tipografiche!

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Astuccio “Alphabet” piccolo

By michela,

La naturale affinità dell’inchiostro per la stampa è stata l’idea di partenza per la creazione di questi pratici astucci nei formati Small e Big. L’astuccio prende vita da un foglio di carta grigio perla che, piegato più volte, si trasforma in un resistente contenitore da usare per oggetti a tua scelta: matite, trucchi, biglietti, tessere… Gli astucci sono stampati in due temi: “Alphabet” e “LetterBugs”.

Il design dell’astuccio “Alphabet” ha preso ispirazione dal carattere Microgramma, presente nell’Archivio di Tipoteca: lo stile quadrato delle lettere si presta a creare la trama perfetta per questo astuccio!

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Uomini attivi. Racconti e imprese dal mondo della chimica farmaceutica italiana

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Il mondo della chimica farmaceutica italiana si racconta attraverso le parole dei suoi grandi protagonisti, uomini e donne che hanno trasformato il settore della produzione di principi attivi per l’industria farmaceutica in una vera e propria eccellenza del Made in Italy, capace di affrontare crisi, superare battute d’arresto e affermarsi sul mercato internazionale, senza mai smettere di crescere e innovarsi.

Attraverso i racconti di sedici grandi protagonisti di questo mondo ripercorriamo le avventure e le evoluzioni di un settore produttivo tanto affascinante quanto misconosciuto, in cui i produttori italiani hanno sempre svolto un ruolo di primo piano grazie al loro talento, alla loro professionalità e alla loro intelligenza imprenditoriale, mai priva di un guizzo di creatività.

Una carrellata di storie che raccontano l’evoluzione del nostro Paese dal Dopoguerra a oggi, epoca in cui la pandemia di virus Covid-19 ci mette di fronte a nuove sfide che non potranno essere vinte senza il fondamentale aiuto offerto dagli “Uomini Attivi” e dalla loro capacità di produrre e commercializzare i prodotti farmaceutici di cui il mondo intero ha bisogno.

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Daniele Marcon. La gioia di vivere

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Quando ci è chiesto solo di sentire, non siamo poi così abituati ad aprirci, e allora cerchiamo qualche riferimento, qualche cosa a cui aggrapparci e il più delle volte è facile scoprire che era sempre stata lì, tanto vicina da poterla toccare: la gioia di vivere.

Questo si trova nei quadri dell’artista Daniele Marcon e questo si coglie tra le pagine di questo libro. I suoi lavori sono chiavi per meditazioni più ampie, per scoperte e rivelazioni lente. L’abbinamento tra foto e opere vuole esprimere “La gioia di vivere” attraverso la semplicità di immagini che raccontano luoghi cari all’artista. Gli scatti sono stati realizzati durante un viaggio nell’India del Nord nel gennaio 2019 dalla figlia Sara, intrapreso allo scopo di raccogliere stoffe e materiali poi utilizzati nei lavori di Daniele. Le opere dell’artista non nascono dalle foto esposte nel volume, ma esse sono però, a distanza, una reminiscenza dei viaggi che Daniele ha compiuto in prima persona.

Il colore, elemento fondamentale del suo linguaggio artistico, acquista ancora più forza e significato in una sensazione di concretezza reale data dalla reminiscenza del ricordo ripreso in una foto, un sentire emozionale che si è fatto colore, tela, accostamento di volumi.

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A riveder le stelle

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In occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova ha realizzato una mostra d’arte contemporanea intitolata a riveder le stelle, presso le sale del Museo Eremitani, in collaborazione con la collezione “The Bank Contemporary Art Collection”. L’esposizione temporanea è composta da una selezione di opere di pittori viventi – tutti italiani tranne per una cameo internazionale – e crea un dialogo evocativo tra la Divina Commedia di Dante Alighieri e il ciclo pittorico realizzato da Giotto nella vicina Cappella degli Scrovegni, suo capolavoro assoluto e affresco Patrimonio Mondiale UNESCO.

Il punto di raccordo tra i due autori medievali, coevi pilastri della cultura italiana che rivoluzionarono prosa e pittura, sono le stelle. La collezione fa opera di mappatura del linguaggio visivo contemporaneo, coinvolgendo artisti affermati che si muovono nel solco della figurazione italiana e trovano nell’adesione alla realtà di Giotto il loro primo riferimento.

La curatrice Barbara Codogno, alla quale è affidato anche il catalogo dedicato, spiega che «la prospettiva curatoriale non vuole essere didascalica, agiografica o passatista, piuttosto evocativa e suggestiva, rimanendo però fedele al percorso di luce tracciato sia da Dante che da Giotto e traghettando perciò lo spettatore verso il sollievo della rinascita indicata dalle stelle.»

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OPERA 150. Un secolo e mezzo di teatro comunale di Treviso

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Dopo il rovinoso incendio del 1868, il Teatro di Treviso riapre i battenti l’anno successivo in un edificio completamente ricostruito. Prende il via ufficialmente la storia moderna di un luogo che ha radici antiche: nato nel 1692 come teatro privato dei Conti Onigo accompagno lo sviluppo della città fino ai giorni nostri. Il volume grazie al lavoro di Iorio Zennaro ricostruisce minuziosamente spettacolo dopo spettacolo, cartellone dopo cartellone, centocinquant’anni (e oltre) di storia.

A corredo, lo studio di Carolina Pupo dà conto del dibattito architettonico intorno alla ricostruzione, il lavoro di Giuliano Simionato restituisce l’attività di Carlo Fontebasso e Giulio Tirindelli e i saggi di Gilberto Mion fanno rivivere aspetti di attualità teatrale, dalla nascita dell’orchestra e del coro lirico alla bottega di Peter Maag fino al 1974, anno dell’integrale pucciniana.

Il contributo di Elena Filini e Edoardo Bottacin è infine il racconto di un’epoca, tra protagonisti, prime e cronache giornalistiche.

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Senso Espresso

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La più semplice delle domande: «Caffè?». È l’invito a mettersi comodi per farsi trasportare dalle diverse anime di un estratto noto ovunque ma sempre diverso. È l’invito a sfogliare questo libro multisensoriale come fosse un museo in cui riscoprire tra le righe il gusto dello stile italiano.

Aroma, suono, vista, tatto, gusto e senso sono i capitoli del volume Senso Espresso, che invita il lettore a scoprire il tessuto imprenditoriale e culturale italiano, con la sua creatività e con il suo stile riconoscibile in tutto il mondo. Senso Espresso correla l’intero settore delle macchine per caffè espresso professionali con tutti i suoi protagonisti, calando la produzione di distretto in un contesto più generale legato al mondo del design, della tecnologia, dell’innovazione e della cultura d’impresa italiana.

I documenti, le fonti storiche e l’accurato apparato iconografico sono stati tratti in larga parte dall’archivio e dalla biblioteca di MUMAC, Museo della Macchina per Caffè di Gruppo Cimbali, ma il contributo di altri enti, fondazioni, archivi e musei di impresa ne fa un’opera corale rivolta a tutti. Le macchine per caffè diventano ambasciatrici nel mondo dell’“Italian Way of life” come stile di vita, dove il piacere, la bellezza, la creatività, l’ingegno e le relazioni sono espresse in un ottimo caffè!

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Daniele Cima. Coming out

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“La rivelazione di un artista immersivo, un maestro della variazione che riesce ogni volta a espandere il canone senza spostarsi di un millimetro. Un artista abituato a sposare funambolicamente il rigore con l’imprevedibilità, la logica con l’immaginazione, il gelo con il fuoco”. Coming Out è una monografia che documenta il percorso di ricerca di Daniele Cima dal 1990 al 2020. Si tratta della prima pubblicazione organica sul suo lavoro artistico, con la documentazione di tutte le serie di lavori organizzate intorno a format e variazioni. Il titolo fa riferimento alla timidezza di Cima stesso nel presentarsi sotto il cappello di artista, dopo una vita precedente come Art Director nelle più importanti agenzie pubblicitarie italiane. Il volume si apre con l’ultimo progetto in ordine di tempo – Ritratti Fiscali, esposto alla Triennale di Milano nel giugno 2021 – e si chiude con il primo lavoro Ricordi Fiscali del 1990.

L’edizione è curata da Eugenio Alberti Schatz e contiene una lunga intervista all’artista firmata da Pasquale Barbella. All’interno dei capitoli sono riportati testi di storici dell’arte, critici d’arte e amici.

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Josef Maria Auchentaller e la rivista d’arte Ver Sacrum

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Il volume approfondisce un aspetto della produzione grafica di Josef Maria Auchentaller (Vienna 1865 – Grado 1949) all’interno del movimento della Secessione viennese, in particolare in relazione alla prestigiosa rivista che ne fu portavoce, Ver Sacrum (1898-1903), di cui l’artista è stato uno dei collaboratori più significativi. Nell’ambito della feconda stagione guidata dal carismatico Gustav Klimt, Auchentaller seppe proporre attraverso le pagine del periodico la sua visione di un’arte nuova, segnalandosi come uno dei protagonisti dello Jugendstil che nella Vienna asburgica rivoluzionò al torno del ventesimo secolo la pittura, la grafica e le arti applicate.

Il volume raccoglie per la prima volta un originale corpus di piccole opere di notevole fascino artistico e interesse documentario, influenzate dalla grafica giapponese e caratterizzate dalla bidimensionalità tipica della Flächenkunst. L’equilibrata suddivisione tra superfici bianche e nere rende la valenza decorativa di queste grafiche che, fondendosi con i testi in una studiata composizione tipografica, confluivano a formare l’insieme della pagina. Il volume restituisce l’operato di un artista a tutto tondo, tipico esponente della fin de siècle viennese.

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Sergio Padovani. I folli abitano il sacro

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«Sergio Padovani è un pittore che costringe al silenzio e alla sosta. In questo tempo di immagini veloci e semplificate le sue opere, invece, si mostrano con lentezza, scavando in profondità, agganciando e sospendendo il tempo. L’autore ha una marcata cifra stilistica: ogni dipinto racconta una storia che si spalanca in un’altra storia e ne apre un’altra ancora. Queste molteplicità di piani storici e sequenze prospettiche concorrono al compiersi dell’apparizione e al conseguente – e inevitabile – rapimento mistico». Così Barbara Codogno introduce al volume dedicato alla mostra “I folli abitano il sacro” di Sergio Padovani (Modena, 1972), a cura di Pierluigi Panza e con sede alla Fondazione Stelline di Milano, in collaborazione con The Bank Contemporary Art Collection.

Sergio Padovani è una voce autoriale del mondo artistico italiano, che si contraddistingue per la sua visione mistica. Pierluigi Panza: «La sua opera è un sipario della contemporaneità lacerata, liquida, insicura, clonata transgenica, fatta di frammenti sui quali costruiamo le nostre nuove rovine. Il sacro è una scacchiera abitata dai folli che si muovono per sollecitare, sconvolgere la nostra coscienza in questa età dell’incoscienza».

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