Laboratori di scultura Oggi

By michela,

Il volume di Maria Luisa Parolin Laboratori di scultura Oggi è un omaggio appassionato all’arte e ad Antonio Canova, realizzato per promuovere lo sviluppo di laboratori innovativi, non solo a scuola. Il libro parte proprio da due opere, tra le più belle dell’artista veneto: Paolina Borghese ed Ebe danzante, per un progetto didattico unico nel suo genere, in cui trovano spazio metodologie e attività laboratoriali che hanno lo scopo di sviluppare la cultura e l’educazione alla contemporaneità legata alla scultura. L’autrice, esperta d’arte e docente, illustra con immagini e testi esperienze di attività, dove l’arte canoviana diventa un modello di come si possa declinare in maniera diversa il fare scultura oggi. Un libro accattivante nei contenuti e nella grafica, corredato di un ricco e strutturato glossario, che insegna e allo stesso tempo diverte, per instillare nel lettore la voglia di provare, di creare.

 

Maria Luisa Parolin, diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, si è laureata in Storia dell’arte all’Università di Bologna con una tesi sulle metodologie e tecnologie digitali per la didattica su Antonio Canova.  Ha insegnato arte e immagine nella scuola secondaria di primo grado e oggi detiene la cattedra di discipline plastiche al liceo artistico. Collabora con diversi autori illustrando testi di didattica.

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La Realtà e l’Estasi

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Vincenzo Balena (Milano, 1942) inizia l’attività artistica negli anni ’60 nel solco del realismo esistenziale, dedicandosi allo studio della morfologia animale. Dai primi anni ’70 espone con regolarità in galleria d’arte di Milano e Monza.

Negli anni ’80, suggestionato dall’opera di Pasolini, a cui dedica una serie di dipinti e sculture, l’artista entra in contatto con poeti e scrittori, quali A. Porta, G. Raboni e R. Sanesi. In particolare con quest’ultimo segue con interesse la successiva indagine della figura umana: disiecta membra, frammenti di terracotta sospesi a fili metallici. 

Il cotto, la cera, il bronzo, l’alluminio, il legno: la storia più recente della scultura di Vincenzo Balena sembra strutturarsi a somiglianza di quella millenaria della civiltà, del modo in cui gli uomini hanno via via abitato la terra. Ma sono, quelle di Balena, “età” che non tanto si succedono quanto piuttosto tendono a combinarsi, a intrecciarsi fra loro; assai più che a seguire l’”evoluzione” della sua arte, il rapporto con la materia o le materie impiegate ci aiuta a capirne l’essenza, a intuire o immaginare come lui, l’artista, viva nella realtà. Niente nelle sculture di Balena è mai “trovato” nel senso che intendevano e praticavano i surrealisti; tutto, al contrario, compreso il più oscuramente naturale nei dettagli, è “prodotto” dalla sua mente e dal suo inconscio, è la conseguenza, il riflesso, la materializzazione di un suo progetto o sogno formale. Non meno di questa precisazione vale quella, apparentemente opposta, che per lui nessun progetto, nessun sogno si libera – si  “scatena”, alla lettera – se non ha contatto con la materia.

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Il restauro della Cappella dei Tessitori di seta

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La Fondazione Svizzera Pro Venezia è stata costituita nel 1972 dal Consiglio Federale per sostenere Venezia negli sforzi nel salvaguardare il suo patrimonio culturale e opera in stretto contatto con gli organi istituzionali italiani per finanziare progetti di restauro a Venezia. 

In occasione del 50° anniversario della Fondazione Svizzera Pro Venezia espazium – Edizioni per la cultura della costruzione, con Edizioni Antiga, pubblicano il volume che documenta il restauro realizzato e finanziato dalla Fondazione per la cappella dei Tessitori di seta, nella Chiesa dei gesuiti a Venezia.

L’opera, curata da Fabio Cani e Graziella Zannone Milan, propone il dettaglio di tutte le operazioni conservative realizzate per questo progetto, contestualizzati all’interno delle vicende dell’ordine dei Gesuiti a Venezia, della costruzione e della decorazione della chiesa e nel quadro della realizzazione della cappella di Tessitori di seta. Si rende conto così dell’importanza del lavoro di un nutrito gruppo di progettisti, artisti e maestranze, spesso originari della Svizzera di lingua italiana.

Il restauro è poi documentato in maniera accurata grazie alle relazioni di lavoro e un’imponente corredo iconografico, che passano in rassegna tutti i vari elementi su cui si è operato e tutte le varie fasi di intervento.

Dalla storia dell’opera e del suo contesto alle tecniche di restauro, un viaggio illustrato per divulgare e valorizzare il monumento salvaguardato.

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Francesco Stefanini

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L’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa ospita negli spazi della Galleria di Piazza San Marco, Venezia, la mostra personale dell’artista Francesco Stefanini (Lucca, 1948) dal titolo Nel Tempo. Opere 1972 – 2022, a cura di Stefano Cecchetto e visitabile dal 12 giugno al 10 luglio 2022. 

Dagli inizi del novanta prende avvio la consacrazione internazionale di Stefanini con le personali a Tokio, Zagabria, Salisburgo, Praga, Vienna, Budapest, Mannheim, New York, Pechino, Brisbane, Sarajevo, Buenos Aires, Perth. 

La mostra, curata da Stefano Cecchetto, presenta cinquanta opere che rendono conto di 50 anni di lavoro dell’artista, che all’inizio lo vede lavorare sul legno delle matrici, aggiungendo colore alle forme geometriche, poi, gradualmente, forme che si stemperano e si dissolvono in puro colore. 

Il catalogo della mostra contiene un’antologia critica con scritti di Franco Solmi, Pier Carlo Santini, Vittorio Sgarbi, Marco Goldin, Flaminio Gualdoni, Elena Pontiggia, Luigi Meneghelli, Maurizio Sciaccaluga, Sandro Parmiggiani, Gianluca Marziani, Giuseppe Cordoni, Walter Guadagnini, Fabrizio D’Amico, Ennio Pouchard, Alessandra Santin, Dino Marangon.

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L’Ateneo di Treviso

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La storia dell’Ateneo di Treviso è documentata in questo importante volume curato dal presidente emerito Giuliano Simionato. Ne emerge una testimonianza accademica densa di travagli, di identità, di apporti sullo sfondo di tempi in cui sapere, scienza e ricerca si sono confrontati in una dimensione etica rispecchiante aspirazioni e conquiste collettive. Una ricchissima eredità culturale, ripercorsa assieme agli eventi politici e sociali mediante un’ingente documentazione archivistica e bibliografica, da cui emergono nomi e particolari che svelano personaggi ed episodi della vita quotidiana, cioè di quella microstoria senza cui quella cosiddetta “grande” sfuma nelle astrazioni di una sociologia senza sicuri fondamenti entro la vicenda dell’uomo reale.

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Non sono quelli delle stelle.

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Nuova edizione con prefazione di Arrigo Cipriani e il suo decalogo della ristorazione tradizionale.

Da diversi anni Arrigo Cipriani, in interviste e rarefatte apparizioni televisive, si è dato il compito di tenere alta la bandiera della buona cucina della tradizione italiana. Quella dei piatti che ogni giorno, secondo le ricette delle nostre genitrici e progenitrici, ancora si possono per fortuna assaporare in qualche costumata famiglia.
La cucina che “sa di casa”. Una delle regole auree di Cipriani è che in cucina non si devono far sembrare complicate le cose semplici, bensì far apparire semplici quelle complicate. Una regola, in verità, che si apparenta da vicino a ciò che, in altro contesto, Baldassar Castiglione nel Cortegiano definisce con il neologismo di sprezzatura: “che nasconda l’arte e dimostri ciò, che si fa e dice, venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi”. Dove “arte” deve naturalmente intendersi con “artificio”.
Non ci sono invenzioni da fare, perché la buona cucina, che piace a Cipriani, è prima di tutto cucina di servizio: al servizio di chi ne beneficia e ne gode, in famiglia o al ristorante. E in quest’ultimo caso, deve appagare il cliente, non la vanità dello “chef”.

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Acqua ultima chiamata

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Il Po in secca, con altri grandi fiumi del nord. I campi assetati dopo un inverno molto siccitoso. L’Italia nella morsa della carenza idrica e del clima che cambia. Il mondo intero in allarme per fiumi che in passato sono stati sorgenti di civiltà e oggi sono diventate culle di tensioni e preoccupazioni.

Nell’anno della grande sete della terra l’Associazione “Premio letterario Giuseppe Mazzotti”, promotrice del Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” e Antiga Edizioni pubblicano un libro, a cura del giornalista e scrittore Salvatore Giannella, esito del seminario “L’orologio dell’acqua”, tenutosi a Treviso nell’ottobre 2021, e secondo della collana dedicata alla transazione ecologica dopo Terra ultima chiamata.

In duecento pagine, frutto di rigore scientifico e di facile divulgazione, i lettori troveranno la diagnosi aggiornata per capire le cause della siccità e le buone pratiche per preservare l’oro blu: tante storie e dati utili dall’Italia e dal mondo per mitigare questa emergenza e vincere la più urgente sfida globale climatica insieme ai giovani della generazione Greta.

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Natur-Park Schöneberger Südgelände and Berlin’s Urban Nature

By michela,

ENGLISH EDITION

The 32nd International Carlo Scarpa Prize for Gardens is dedicated to Natur Park Schöneberger Südgelände and to ‘Berlin’s urban nature’. Located just south of the S-Bahn ring, the park is the result of the abandonment of a vast railyard and its radical reclaiming by nature: a unique condition recognised for its ecological and social value and informed by the concurrent interaction of residents’ voices, landscape culture, art and ecology.

Open to the public since 1999, Natur Park Südgelände has been an experimental case study and catalyst, inseparably linked to Berlin’s history and to the existence of a ‘school of urban ecology,’ which has stimulated and guided both the design perspective and the widespread awareness of the landscape that have given rise to an idea of ‘urban nature’ in this city.

Contents

The International Carlo Scarpa Prize for Gardens

Statement of the Carlo Scarpa Prize, in English, German and Italian, edited by the Scientific Committee of the Fondazione Benetton Studi Ricerche

Thilo Folkerts, Berlin, the emergence of an urban nature

Natur Park Südgelände

Ingo Kowarik, Südgelände, Berlin: transforming a wild urban wasteland to a new kind of nature park

Natur Park Südgelände: project, maintenance, development, Rita Suhrhoff in conversation with Thilo Folkerts

Natur Park Südgelände: the role of the art, Klaus Duschat in conversation with Thilo Folkerts

Chronology of the Natur Park Schöneberger Südgelände 1838-2025: from shunting yard to nature park

Christoph Schmidt, A new city experience: the key role of Natur Park Südgelände for the urban paradigm shift in Berlin

Berlin

Lorenza Manfredi, Jannis Schiefer, Laura Veronese, Through Berlin: urban natures

Stefanie Hennecke, Berlin, a brief history of its parks

Almut Jirku, Like pearls on a string: the Berlin open spaces system and the Park am Gleisdreieck

Ingo Kowarik, The Berlin School of Urban Ecology and the emergence of wasteland ecology

Sandra Jasper, Berlin, a ruderal urbanism

Grün Berlin: sustainable routes for developing public space

Further reflections. On urban nature

Berlin and the development of contemporary landscape culture, Gabriele G. Kiefer in conversation with Thilo Folkerts

Norbert Kühn, Urban spontaneous vegetation as a tool for climate adaptation

Heinz W. Hallmann and Ursula Wilms, The design of the Topographie des Terrors site

Leonard Grosch, Berlin’s Park am Gleisdreieck or the art of designing lively places

Anna Lambertini, Hybrid, cosmopolitan, inventive. Nature of urban wildness

Juan Manuel Palerm, The wild nature of the wastelands. On Berlin, ‘urban nature,’ architecture, art and the void as project material. The case of Natur Park Schöneberger Südgelände

 

Carlo Scarpa Prize 1990-2022

The activities of the Carlo Scarpa Prize for the place

The authors

Illustration references

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Arte a Quinto di Treviso

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Nel pur contenuto territorio del Comune di Quinto di Treviso è presente un considerevole patrimonio di opere d’arte nelle chiese parrocchiali: edifici di antica fondazione che, pur tra demolizioni e ristrutturazioni, sono stati in buona parte conservati, e soprattutto hanno mantenuto i corredi di dipinti, sculture e suppellettili.

In questo volume, oltre ad alcuni piccoli oratori, vengono illustrate tre chiese: l’antica Pieve di San Cassiano, rinnovata nel Settecento, ma che conserva testimonianze dei secoli precedenti come il battistero del 1317 e il monumentale altare ligneo della prima metà del Cinquecento attribuito a Paolo Campsa, nonché l’affresco con Le virtù teologali di Jacopo Guarana; la chiesa di San Giorgio, con un altare di Campsa gemello di quello di San Cassiano e un prezioso trittico di Ludovico Pozzoserrato; quella di Santa Cristina, edificata nella prima metà del Novecento, che accoglie opere d’arte provenienti dall’antica chiesa demolita, tra cui un capolavoro assoluto: la pala di Lorenzo Lotto, uno dei grandi pittori del Rinascimento italiano.

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Viaggio in bonifica

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La terra compresa tra il Fiume Sile e il Tagliamento, la Venezia Orientale, giace tra uno e due metri sotto il livello del mare, protetta da un sistema continuo di arginature. Tra cinquant’anni l’abbassamento del suolo e l’innalzamento del livello del mare potrebbero riportare l’acqua dov’è sempre stata, sommergendo la pianura e le città della costa. C’è un libro, un‘arca, dove 12 autori hanno il compito di portare in salvo ciascuno 12 immagini dei luoghi della grande bonifica, prima che sia troppo tardi. Viaggio in Bonifica è al tempo stesso sguardo su un territorio specifico, indispensabile per capire cos’è diventato e soprattutto cosa potrà diventare, e metodo di indagine fotografica collettiva, esercizio di attenzione utile a recuperare il contatto con le cose quotidiane, con tutto ciò che sia capace di stabilizzare la vita umana, legato alla durata e alla persistenza. Identità che si aggrappa alle cose, che resiste al progressivo svuotamento informativo.

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