Catalogo della mostra Teolo, Palazzetto dei Vicari, 20 settembre – 2 novembre 2014
Avvicinare adulti e bambini all’arte in tutte le sue espressioni: questo il compito che si era preposto il filosofo Dino Formaggio, fondando il Museo nel Comune di Teolo (PD), grazie alle opere affidategli da alcuni artisti contemporanei. Il progetto è stato finalmente ripreso dopo essere stato a lungo trascurato per molteplici ragioni. Nasce così questo volume, in occasione della presentazione al pubblico, per la prima volta, delle opere d’arte realizzate dal filosofo Dino Formaggio, mescolando, modellando e trasformando colori, tronchi di legno e minuterie metalliche, in personaggi della vita, della storia e della letteratura. Ci sono giustizia, libertà, correttezza e solidarietà in queste opere, gli stessi valori che permeavano il filosofo, e che egli stesso insegnava ai suoi figli, ai suoi studenti e, ora, anche a chi si approccia a questo volume.
Viaggiatrice, scrittrice, archeologa, cartografa di fama internazionale nata a Parigi nel 1893 da Robert pittore e Flora pittrice e concertista, con il suo superbo andare solitario per oltre cinquant’anni nel favoloso Oriente, ha raccontato un’epoca, un impero: quello britannico; un tempo storico, un modo di essere e di vivere. Ventuno anni sono trascorsi da quando, divenuta centenaria, ha cessato di vivere nella sua “gentile Asolo”, eppure la sua personalità ricca e sfaccettata, non cessa ancora di stupire e destare meraviglia. La mostra, curata da Annamaria Orsini, vuole mettere in luce il profilo più intimo di Freya: la sua anima artistica e la sua ricchezza interiore. In essa, come in un viaggio sentimentale, attraversiamo territori finora inesplorati percorrendo una mappa dell’anima tra le memorie, i disegni, le foto, i ricami e gli oggetti personali di questa donna che è stella di straordinaria grandezza e luce.
Catalogo della mostra Querini Stampalia, Venezia 15 ottobre 2014 – 11 gennaio 2015 Il volume è il catalogo della mostra veneziana dedicata a Igor Glazunov, che nasce dalla ricerca e dalla personale collezione del pittore. La sua maniera pittorica è stata spesso associata alle grandi tradizioni delle scuole europee di pittura, e la tematica centrale del suo lavoro è dedicata alla progressiva scomparsa dei valori tradizionali che stanno alla base della cultura russa e di quella europea. Con questa esposizione Glazunov vuole condividere con il pubblico europeo una personale, ma in realtà sempre più diffusa, preoccupazione culturale, quella che origina dall’incessante distruzione dei legami storici e culturali che hanno caratterizzato per lunghi secoli le nostre civiltà. Come molti altri artisti del suo Paese, Glazunov è interessato alle peculiarità delle culture nazionali, delle lingue e dei percorsi storici, a partire da quelli della sua terra.
In occasione del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, 1 luglio – 31 dicembre 2014, l’Archivio di Stato di Venezia ha inteso promuovere una serie di iniziative per ricordare, tra i momenti più significativi della storia europea, il faticoso percorso che ha consentito la creazione dell’Europa come terra di pace e di coesistenza fra i popoli, nel segno del pieno riconoscimento dei diritti della persona.
L’Archivio di Stato da parte sua intende proporre, con questa mostra Per il bene della pace. Il lungo cammino verso l’Europa, un percorso espositivo, accompagnato da relativo corredo critico, che propone i documenti tra i più significativi e determinanti relativi alle paci che le potenze europee stipularono nell’età moderna, alla ricerca di modalità di confronto non distruttive che ne preservassero il comune sostrato umanistico e culturale.
Legare insieme ricerca scientifica e arte, studio e comunicazione, rigore metodologico e inventiva, per affrontare una delle sfide più importanti del nostro secolo: attirare l’attenzione sul Garbage Patch. Questo è quello che si propone di fare Maria Cristina Finucci con la sua brillante e provocatoria iniziativa, dalla quale è nato questo volume: diffondere, utilizzando il linguaggio dell’arte, la conoscenza del fenomeno di conglomeramento di rifiuti plastici che si addensano in modo particolare nell’Oceano Pacifico e che si sta diffondendo anche in altri mari, attraverso un’installazione artistica, realizzata in collaborazione con l’Università di Ca’ Foscari Venezia.
Come ogni professione ha un suo gergo anche l’architettura militare ha un suo linguaggio che spesso risulta dalla commistione di termini derivati dall’arte del costruire con l’arte militare. Ambizione di questo lavoro non è però quella di costruire un dizionario multilingua sull’architettura medioevale, ma piuttosto realizzare una guida alla terminologia dell’architettura castellana locale, basata su un’esemplificazione dei concetti applicati alla realtà veneta che ne permetta tanto la conoscenza quanto di investigare autonomamente monumenti così diffusi sul territorio. Per questo nel campo dell’architettura difensiva è stata scelta una metodologia impostata su di un cammino storico preliminare di base attraverso cui chiarire il quadro generale, le tipologie e gli elementi principali fino all’estensione dal generale ai dettagli dei monumenti più rilevanti. Non dimenticando come spesso le stesse soluzioni figurando in diverse situazioni temporali, assumano caratteristiche diffuse, ripetute ed in qualche modo universali della nostra regione, a quelle della colonizzazione veneziana del Mediterraneo.
Gianni Perbellini si laurea in architettura al Politecnico di Milano, ove resta dal 1965 al ’68 come assistente al corso di Urbanistica. Architetto attivo in Italia e all’estero, nel campo dei beni culturali ha operato come Ispettore onorario del MIBAC, membro della giuria del premio Europa Preis Für Denkmalpflege Kuratorium della Alfred Toepfer Stiftung F.V.S., consulente urbanistico per la Regione Veneto, consulente per l’United Nation Development Programme PFF Cyprus e per la Port Authority di Cipro. Ha insegnato Restauro Architettonico all’Università degli Studi di Verona presso la Facoltà di Beni Culturali, Presidente onorario del Consiglio Scientifico di Europa Nostra, membro del Consiglio della stessa associazione e membro del Consiglio Direttivo dell’Istituto Italiano dei Castelli. Redattore delle riviste “Europa Nostra Scientific Bulletin” e “Castellum” dell’Istituto Italiano dei Castelli. Autore di numerosi studi e ricerche riguardanti l’architettura fortificata pubblicati in italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, greco e turco.
Ciò che si apprezza fin dalle prime pagine di questo articolato e appassionante libro di Paolo Spolaore è l’approccio metodologico che proietta gli itinerari veneti in una dimensione molto più ampia in cui acquisiscono senso e significato. Prima di portarci sulle strade ci illustra come nasce la figura del pellegrino, quali sono le sue motivazioni, quali gli strumenti del viaggio, il tipo di ospitalità che trova, quali le sono le devozioni da compiere e come la rete delle confraternite fissi sul territorio la devozione compostellana.
Tutti elementi indispensabili per poter riconoscere lungo un tracciato i segni e la memoria del pellegrinaggio, giungendo poi fino al Veneto, dove l’affermarsi di due zone politiche diverse, nell’entroterra e nella zona litoranea, crea due sciami viari differenti, che si incontrano ma anche si eludono.
Tra tali coordinate si svolge il lavoro di Paolo Spolaore frutto di una ricerca molto attenta da cui sono emersi una grande quantità di dati, spesso inediti, che fanno di questo saggio un riferimento ineludibile per la conoscenza della civiltà del pellegrinaggio in una delle regioni più compostellane d’Italia e uno strumento assai utile per affrontarne ed orientarne la rinascita nella nostra epoca.
L’ultimo secolo della storia di Pederobba e del suo territorio è stato segnato dalla generosità di Catterina Jaquillard Onigo che ha voluto compensare il male che si era riversato sulla sua famiglia col dono del suo immenso patrimonio all’intera comunità. Con una indicazione precisa della strada da seguire. Il soccorso e la cura della povertà, dell’indigenza, della malattia. E poi, fondamentale, l’aspetto educativo rivolto all’infanzia. Chi, lo dice espressamente Catterina nel suo testamento, fruirà dell’aiuto e dell’apporto delle Opere Pie, come volle chiamare gli istituti da lei fondati, sarà accolto senza alcuna distinzione. Soprattutto di religione, lei che era valdese e aveva sperimentato nelle proprie vicende familiari il peso e l’umiliazione delle discriminazioni. L’eredità di Catterina è fisica e concreta. Ma, ancor più è morale. Per questo la presente pubblicazione rende omaggio alla sua generosità. Assoluta, preveggente e profetica. Il dono di Catterina, appunto. Infine, marginale ma non troppo: Catterina o Caterina? Una o due “t” per la fondatrice delle Opere Pie? Entrambe le grafie vanno bene. Catterina è il nome che troviamo sulla sua lapide funeraria. Con Caterina, invece, la Jaquillard sottoscrive le diverse versioni del suo testamento.
Catalogo dei dipinti e delle sculture dei Musei Civici di Asolo dal Quattrocento al Novecento, con due particolari sezioni dedicate a Caterina Cornaro e ad Antonio Canova.
Il volume, curato da Giorgio Fossaluzza con contributi di Gabriella Delfini e Nicoletta Rigoni, contiene la schedatura delle più importanti opere conservate all’interno del Museo con una bibliografia aggiornata.
Dolomiti di Zoldo, cadorine e agordine – Dolomiti ampezzane – Dolomiti del centro Cadore, Auronzo – Comelico
Guida illustrata destinata agli appassionati delle due ruote ma anche a tutti coloro che vogliono avvicinarsi per la prima volta al mondo della mountain bike. 24 suggestivi itinerari corredati di mappa dettagliata, altimetria, informazioni su difficoltà, lunghezza, dislivello e durata del percorso. A seguire anche una descrizione minuziosa del tragitto con suggerimenti e, talvolta, “deviazioni” per i più esperti.