Villa Della Torre si pone come unicum nel panorama delle ville venete: costruita sulla base del modello vitruviano della domus romana, è al centro di un articolato intreccio di intellettuali e di artisti uniti dall’appartenenza al clima culturale dell’Evangelismo. La recente acquisizione di villa Della Torre da parte della famiglia Allegrini, con i restauri approntati e la sua rinascita offerta al godimento dei visitatori, è l’occasione per una riconsiderazione dell’intero complesso. Ne scaturisce una riproposizione su solide basi dell’attribuzione del progetto a Giulio Romano, con l’ausilio di artisti a questo legati, e attraverso il quale si inserisce con tutta probabilità anche l’intervento di Michele Sanmicheli per il tempietto, a completamento dell’“itinerario spirituale” voluto dalla famiglia Della Torre. Affidato alla cura di Pierpaolo Brugnoli, autore di innumerevoli studi sulla storia dell’arte e dell’architettura veronese, il volume si avvale dei contributi di numerosi studiosi che lavorano e si sono formati in particolare entro l’Università di Verona e il Centro di Documentazione per la Storia della Valpolicella, tutti accomunati da un approccio caratterizzato da un serrato confronto tra i dati materiali e documentari. Con le introduzioni di Loredana Olivato, docente e studiosa di arte e architettura del Cinquecento veneto, e di Adriano Prosperi, massimo studioso dei movimenti politico-religiosi e della cultura del Cinquecento italiano, il volume è integrato da alcuni saggi esemplificativi delle possibili letture offerte dal complesso e da un’ultima sezione dedicata al contesto agrario e alla cultura gastronomica del periodo di massimo splendore di villa Della Torre.
Scultore, xilografo, pittore, medaglista, con un’incursione persino in campo cinematografico come autore di disegni e schizzi per un film premiato alla 5a Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, Publio Morbiducci (Roma, 28 agosto 1889 – 31 marzo 1963) fu un artista a tutto tondo.
Il catalogo ragionato, a cura di Francesco Parisi, documenta, attraverso la riproduzione di oltre 700 opere, il ruolo di innovatore svolto da Morbiducci in una stagione di traghettamento del mezzo xilografico, che progressivamente abbandona le ansie vitalistiche e le enfasi retoriche del Liberty per recepire un segno più sintetico e un’iconografia più scabra. L’artista risente fortemente dell’influenza prima di Duilio Cambellotti, conosciuto ai tempi dell’apprendistato presso l’Istituto delle Belle Arti, poi di Lorenzo Viani, il cui stile grafico segna una rottura profonda e sostanziale con tutti gli schemi precedenti. Morbiducci raggiunge l’apice del successo alla fine degli anni Trenta, come confermato dalla nomina a membro dell’Accademia di San Luca (1937). Nel 1950 è nominato commissario alla Biennale di Venezia.
Il volume, attraverso la produzione di Morbiducci, consente di ripercorrere anche le vicende dell’arte xilografica, che conosce i maggiori fasti dagli anni Dieci agli anni Venti del Novecento, soprattutto grazie alla rivista “L’Eroica” fondata da Ettore Cozzani nel 1911, per conoscere un declino a partire dagli anni Cinquanta.
Il volume è dedicato alla storia dell’impianto idrovoro di Portesine alla Fossetta. Situato nei pressi della confluenza in Sile dell’antico canale navigabile della Fossetta l’impianto risulta fondamentale per il prosciugamento della pianura trevigiana tra Sile Nuovo e Piave Vecchia. Nella prima parte del volume, Francesco Antoniol illustra la storia del sistema idraulico di quella porzione di territorio con particolare riferimento ai cambiamenti apportati dall’apertura del Taglio del Sile e alle soluzioni proposte per ovviare all’impaludamento della campagna retrostante. Il progetto di bonifica proposto negli anni venti del Novecento porterà alla costruzione dell’impianto idrovoro, descritto nella seconda parte del volume. Nella terza, Luigino Pretto illustra le caratteristiche dell’attività di bonifica in epoca contemporanea analizzandole soprattutto alla luce delle attuali norme di legge. Chiude il volume un breve accenno al progetto di valorizzazione turistica dell’impianto idrovoro.
La guida della Chiesa di Santa Corona di Vicenza vuole essere un agile e dettagliato strumento che accompagni il visitatore alla scoperta di questa chiesa, molto amata dalla comunità cristiana vicentina come luogo di culto e di fede, situata nel cuore del capoluogo berico, arricchitasi di arte e storia e riaperta nel 2012 dopo il restauro.
Le vicende storiche, le diverse fasi di edificazione, gli approfondimenti sull’architettura, sulle opere d’arte e sugli arredi liturgici sveleranno il senso profondo dei segni lasciati da artisti, fedeli, presbiteri e pastori che nei secoli hanno contribuito a rinnovare e impreziosire il sacro tempio.
Celebri artisti come Giovanni Bellini, Giambattista Pittoni e Paolo Veronese hanno arricchito di forme e colori navate e cappelle.
I capitoli che compongono questo volume, spettanti ad una équipe internazionale di ben noti Studiosi della cultura artistica veneziana del Rinascimento, sono il risultato di ricerche originali progettate ed avviate in coincidenza ed in coerenza con il lungo e difficile lavoro di restauro (2011-2012) del Martirio di san Lorenzo di Tiziano conservato nella chiesa veneziana dei Gesuiti. Ed una circostanziata descrizione di esso è allegata alle pagine del libro come punto di riferimento imprescindibile giacché s’è trattato di intervento che ha riporato il capolavoro dall’agonia di un degrado che ne spegneva ed avviliva la vitalitą, all’abbagliante condizione originaria.
La fama di Michele Sanmicheli, come abile disegnatore e grande conoscitore dell’architettura antica, è attestata in primo luogo da Giorgio Vasari. Ed è muovendo dall’esperienza giovanile maturata nell’Italia centrale che il maestro veronese raggiunse grande fama nella sua città e nei territori della Serenissima.
Ma, nonostante la sua cospicua raccolta di rilievi e studi sia da ritenersi quasi del tutto dispersa, “qualche scheggia o brandello” di essa, grazie allo studio della grafia sanmicheliana ed al confronto dei dati archivistici con le informazioni storiografiche, sembra poter essere ancora riconoscibile.
Ed è di grande interesse, nell’esaminare i disegni riprodotti in questo libro, ripercorrere le vicende della vita professionale dello stesso Sanmicheli, considerando alcuni momenti della lunga attività esercitata nell’architettura civile, religiosa e militare, e i suoi possibili incontri con i maestri della bottega vicentina di Contra’ Pedemuro San Biagio e con Andrea Palladio.
Le nostre montagne racchiudono tradizioni gastronomiche genuine e gustose ricette che ci restituiscono i sapori di un territorio ricco di prodotti.
Dai piatti tradizionali alle proposte gastronomiche più innovative, questo volume ci accompagna tra le valli del Trentino del Veneto e del Friuli Venezia Giulia alla riscoperta delle saporite ricette e dei sani prodotti tipici della montagna: dai funghi ai frutti di bosco, dai formaggi agli affettati.
La guida a questo palazzo, storica sede del Banco di Napoli e ora sede di Banca Intesa Sanpaolo, ricostruisce le vicende storiche che hanno portato all’ideazione, alla progettazione e all’edificazione del Palazzo; le peculiarità architettoniche e le valenze simboliche legate a una città in ascesa, il tutto ampiamente illustrato da immagini d’epoca e da documenti storici. Il volume è arricchito da un breve testo dell’architetto Michele De Lucchi che rende conto del recente ammodernamento dell’Atrio e del Salone del Palazzo.
La guida a questo palazzo, storica sede del Banco di Napoli e ora sede di Banca Intesa Sanpaolo, ricostruisce le vicende storiche che hanno portato all’ideazione, alla progettazione e all’edificazione del Palazzo; le peculiarità architettoniche e le valenze simboliche legate a una città in ascesa, il tutto ampiamente illustrato da immagini d’epoca e da documenti storici. Il volume è arricchito da un breve testo dell’architetto Michele De Lucchi che rende conto del recente ammodernamento dell’Atrio e del Salone del Palazzo.
A distanza di secoli, il patrimonio di cultura gastronomica ereditato da Venezia continua a riverberare nelle cucine delle Venezie, del Friuli e dell’Istria, l’antica X Regio imperiale Venetia et Histria.
Le spezie d’Oriente, che fecero del mercato di Rialto la Wall Street europea; l’introduzione del mais “gloria veneta”, la diffusione dell’editoria in materia di precetti culinari e di buona salute fin dal Quattrocento; la suggestione di pietanze tipiche delle varie parti di un impero multietnico che si estendeva dalle province lombarde, alla Dalmazia, all’Albania e alle isole greche; le esperienze e i costumi proposti dalla rete di Ville patrizie in tutta la Terraferma; sono altrettanti elementi che fanno oggi ancora del Nord Est italiano un’area d’eccellenza per il turismoenogastronomico.