Che cos’è la matematica? A cosa serve? L’autore tenta di rispondere a queste domande con brillanti esempi ispirati alla vita e alle ricerche di grandi matematici del passato. Ogni episodio è seguito da una breve annotazione storica e dalla proposta di una concreta attività, il “Laboratorio”, nel quale il lettore viene invitato a rendersi conto di persona che la matematica è una disciplina affascinante e viva, elaborata da ricercatori in carne e ossa e non ereditata da un passato indecifrabile e oscuro.
A conclusione della mostra “Russie! memoria, mistificazione, immaginario” (catalogo edito da Terra Ferma nel 2010), che ha presentato al pubblico italiano le principali tappe dell’arte russa del Novecento, si è tenuto un importante convegno sui rapporti tra il cinema e l’arte, di cui si presentano ora gli atti. Un problema complesso, con una lunga storia, sottolineato in due aspetti cruciali: come l’occhio cinematografico sa cogliere gli aspetti dell’opera che possono sfuggire a uno sguardo anche attento; per quali vie il cinema consente di rendere più interattivo il rapporto tra opere e fruitori. Molte le tematiche trattate da docenti e studiosi di cultura visuale, il direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Marco Müller, giovani ricercatori dell’Università Ca’ Foscari, nonché il grande regista Peter Greenaway, con i suoi esperimenti nelle relazioni tra codice cinematografico e la grande tradizione artistica occidentale.
Nel corso della sua attività di docente all’Università di Padova Sergio Bettini (1905- 1986) sperimentò innovativi e originali strumenti didattici tesi a rendere il rapporto degli studenti con l’opera d’arte più cosciente e autentico. Tra questi un ruolo rilevante spetta al Questionario di storia dell’arte, che Bettini adottò sistematicamente, di cui si riporta un esempio brillante: Giorgione e la Pala di Castelfranco, nelle successive stesure cui Bettini si applicò costantemente.
Il 2008 è stato il cinquecentenario della nascita di Andrea Palladio: per celebrare l’evento l’Associazione “Il Fondaco per Feltre” ha realizzato conferenze e visite guidate per far conoscere al pubblico l’attività svolta dal grande architetto nella zona: la partecipazione nella Feltre ricostruenda della metà del XVI secolo, la realizzazione dello splendido loggiato del Palazzo della Ragione a Feltre nonché la progettazione a Belluno di un Ponte sul Piave.
Stimolare la fruizione più coinvolta e attiva di un percorso espositivo attraverso le nuove tecnologie per arrivare a un pubblico diversificato: questo è uno dei temi principali del convegno che ha concluso una fortunata esperienza di ricerca dell’Università Ca’ Foscari di Venezia sulle tematiche di una rinnovata fruizione delle arti visive, in particolare attraverso il medium multimediale, che ha dato luogo alla mostra “Nigra sum sed formosa. Sacro e bellezza dell’Etiopia cristiana” nel 2009.
Il 10 febbraio 1344, la città di Treviso si dà spontaneamente alla Repubblica di Venezia con un atto solenne e formale. Venezia però aveva già di fatto ottenuto la città nel 1338: perché allora questo atto? La tesi sostenuta da Marco Francescon individua nella dedizione, più che il fondamento popolare di legittimazione del dominio veneziano sulla città di Treviso, la conseguente sistemazione nell’ordo juris terreno di un dominio già legittimato in virtù della volontà di Dio.
La Grande Guerra travolse le opere d’arte fisicamente e simbolicamente: bisognose di protezione, ma al contempo veicoli di messaggi di alto impatto emotivo, furono esplicitamente assorbite nel gioco propagandistico. In Italia protagonista assoluto fu Ugo Ojetti, celebre critico del “Corriere della Sera”, arruolato dall’esercito con il preciso compito di garantire la tutela dei monumenti. Questo libro ne ricostruisce la singolare esperienza, sullo sfondo della tragedia collettiva.
Storici dell’arte, della società e dell’economia si confrontano nella discussione sul mercato dell’arte nell’età moderna, come luogo di produzione del valore dell’opera d’arte. Analizzando la Mantova dei Gonzaga e la Ferrara degli Estensi, il risultato è un’indagine sulla committenza (causa prima della produzione artistica) e sul collezionismo (processo di assemblamento di opere), dove il mercato dell’arte risulta cerniera tra i due poli distinti ma relazionati.
Nel dicembre del 2001 Lionello Puppi, uno dei maggiori storici dell’arte italiani, per molti anni professore nelle Università di Padova e Venezia, ha compiuto 70 anni. A celebrare la ricorrenza, Giuseppe Barbieri e Loredana Olivato curano una miscellanea che si presenta come un autorevole bilancio degli strumenti e dei problemi aperti sul fronte articolato delle scienze umane. La testimonianza contiene i contributi grafici di Altan, di architetti come Calatrava, Botta, Bellavitis, Niemeyer, Siza, un ritratto di Puppi a opera di Renato Balsamo, saggi di Massimo Cacciari, dello scrittore Eduardo Galeano, e di studiosi di letteratura, arte, matematica tra cui Fernando Bandini, Vittore Branca, Alberto Tenenti, Krzysztof Pomian. Il gran numero di studiosi, oltre 50 provenienti da una quindicina di Paesi, corrisponde all’inesauribile paesaggio delle ricerche di Puppi, nelle quali, in quasi cinquant’anni di pubblicazioni (il volume si conclude con la bibliografia completa), si sono mescolati storia della pittura, dell’architettura, dei giardini, problemi di critica d’arte, rapporti e consonanze con la storia tout court e la letteratura, con la musica, la filosofia e il cinema, con la semiotica e la storia delle idee, e questioni di metodologia.
Una mamma trentenne, piena di entusiasmo e ironia, si ritrova a un certo punto a cambiare vita, rimettendo in discussione tutti i suoi equilibri e le sue sicurezze. Tra scene esilaranti ed emozioni sincere, ci trasporta in una serie di avventure in cui tante donne potranno riconoscersi. Sullo sfondo un ritratto ironico e pungente di una certa provincia trevigiana tratteggiato da un disarmante lessico familiare. Irresistibilmente ottimista, con un finale all’insegna della conquista dell’autonomia.