Collirio al Salone del Libro di Torino

15.05.2016

Capita a volte che i grandi progetti diventino tali a piccoli passi.

Così è accaduto con la collana Collirio nata nel 2014 da un’idea di Roberto FerrucciTiziano Scarpa, e che è divenuta in poco tempo un caso editoriale di riferimento, tanto da indurre gli organizzatori del Salone del Libro di Torino, che ha inaugurato giovedì 12 maggio, a invitare il direttore della collana, Roberto Ferrucci, a una tavola rotonda con Paolo Repetti, responsabile di Einaudi Stile Libero.

Collirio, collana esclusivamente digitale, nasce da un’intuizione di due scrittori veneziani ed è approdata in terra veneta, anzi, in Terra Ferma, marchio editoriale del gruppo Grafiche Antiga, di Crocetta del Montello (Treviso).

Un progetto culturale, prima che imprenditoriale, che intende consentire a molti lettori di leggere (o rileggere) libri che sono ormai scomparsi dalle librerie: «A volte, certi libri, certe letture, sono il miglior collirio possibile. Un piacere per gli occhi e per la mente, e sono tanti i libri che, nella nostra vita di lettori lo sono stati. Molti di quei libri oggi sono però spariti, esauriti e non più ristampati. E poi ce ne sono altri, che libro non lo diventeranno mai, perché magari sono testi di poche pagine, letti su qualche rivista, oppure sono testi di uno stesso autore sparpagliati in giornali, antologie, nei blog. Raccolte possibili di troppe pagine, perciò impossibili da pubblicare da parte di qualunque editore. Collirio vuole proporre e riproporre in digitale tutti quei libri che difficilmente potrebbero, oggi, trovare la via della pubblicazione. Con la consapevolezza che ogni libro che pubblicheremo, sarà una stilla di quel prezioso collirio» spiega Ferrucci.

A oggi i titoli pubblicati sono 25, gli autori sono italiani ma anche francesi; tra loro alcuni scrittori veneti: Romolo Bugaro, Renzo di Renzo, Gianfranco Bettin, Simone Battig.

La collana Collirio non si limita a editare in formato digitale libri che furono già pubblicati e risultano oggi introvabili, ma ha già avuto modo di allargare i suoi orizzonti pubblicando contemporaneamente sia in italiano che in lingua originale, alcuni libri di autori francesi, come ad esempio testi inediti di Dominique Manotti e Patrick Deville autori già noti in Italia, oppure di Arno Bertina e Christine Montalbetti, mai tradotti nella nostra lingua.

L’invito al Salone del Libro di Torino invita a riflettere su uno dei mestieri fondamentali dell’editoria, il direttore di collana. Finalmente il fulcro della discussione si incentra sul contenuto e non sul mezzo: e-book e libro tradizionale vengono posti sullo stesso piano e viene attribuita loro la medesima “dignità” culturale.

Un concetto non così scontato, tutt’altro, visto che nella maggior parte dei casi, quando si parla di e-book, il dibattito mette sterilmente in opposizione i due “strumenti”, quasi ignorando il fatto che si parla di identici contenuti e solo di differenti supporti.

Di questo e di altro parleranno Roberto Ferrucci e Paolo Repetti, domenica 15 maggio alle ore 14 presso l’Independents’ Corner del Salone del Libro di Torino: di libri di carta e di libri digitali ma soprattutto, in entrambi i casi, di cosa significhi dirigere una collana, o magari inventarsela, e scegliere una linea editoriale, scoprire nuove voci oppure coinvolgere nel proprio progetto autori già affermati: il fascino e i rischi di uno dei mestieri più belli dell’industria editoriale.