E Tiziano scoprì il corpo femminile

15.12.2010

[Il Gazzettino]

Un volume racconta la reinvenzione del nudo di donna ad opera del maestro bellunese e propone ricette afrodisiache d’autore

Un mago che ricrea la carne, come se nei suoi colori Dio avesse riposto il paradiso dei nostri corpi: così scriveva nel 1537 Sperone Speroni a proposito di Tiziano, un anno prima che dipingesse la sua inimitabile ma imitatissima "Venere di Urbino". Nonostante sembrasse una "suora teatina" rispetto alla Danae dipinta per il cardinal Farnese – parole di monsignor Giovanni Della Casa – la dea commissionata dal duca Guidobaldo della Rovere rivoluzionò un genere, quello del nudo femminile sdraiato. La sua Venere è ben più sfrontata di quella dormiente del Giorgione del 1510. Ti guarda dritto in faccia, coprendo a malapena con una mano, senza pudore, il sesso, proprio al centro del quadro. Non solo. Tiziano fa giacere la sua dea non su velluti perfettamente drappeggiati, ma su un letto sfatto.
Non è un caso dunque che un particolare di questo dipinto faccia da copertina al terzo volume dedicato dalla Banca Popolare FriulAdria al mitico pittore cadorino e all’intimità della figura. E’ il terzo di una collana inaugurata un paio d’anni fa da Palladio, seguito da Giorgione (in programma per il 2011 il quarto volume su Veronese). La casa editrice resta la trevigiana Terra Ferma. Denominatore comune, spiega Paolo Borin, vice direttore generale della banca che già ha sostenuto la catalogazione museale di quattro città del Friuli, è il Rinascimento veneto e il rilancio delle ricchezze della nostra terra. Culturali ed enogastronomiche: tutti i volumi infatti affiancano alla storia dell’arte ricette rinascimentali rivisitate secondi i gusti di oggi da dodici ristoranti e cinque nuove proposte culinarie progettate da giovani chef.
Un altro fil rouge della collana è l’abbinamento tra i pittori e la vita quotidiana con i suoi spazi: "Abbiamo collegato Palladio alla cucina, che lui non aveva in simpatia ma che gli deve una concezione minimalista quanto mai attuale. E Giorgione ai giardini – sottolinea il professore Giuseppe Barbieri, docente a Ca’ Foscari, autore dei testi – Tiziano ci porta in camera da letto, rappresentata in modo del tutto nuovo rispetto ai colleghi immediatamente precedenti, vedi il Carpaccio. Con Veronese, protagonista del volume 2011, e le sua cena in Emmaus, esploreremo la sala da pranzo".
"L’idea di fondo di tutta la collana è la rilettura del nostro Rinascimento, capace di guardare avanti nonostante le bombe dei cannoni di Massimiliano d’Asburgo su Venezia – continua Barbieri – anche noi oggi dobbiamo superare una crisi accogliendo il suggerimento di un remoto passato, quello di non guardare più indietro, ai bei tempi andati, che non possono essere replicati".
Nel prezioso volume su Tiziano, strenna natalizia della FriulAdria e poi in vendita nelle librerie da febbraio (160 pagine, 200 illustrazioni, 60 euro), accanto alle donne burrose e formose anche del Tintoretto, e alle loro nipoti nate da Manet e Cézanne, da leggere un estratto di un saggio di Daniel Arasse, in forma di vivace dialogo con Charles Hope. Fanno poi gola le cene afrodisiache e le prime colazioni energetiche, da gustare preferibilmente a letto, commentate da Carlo Ottaviano del Gambero Rosso e ideate da Carlo Cracco, Fabrizia Meroi, Simone Padoan, Renato Rizzardi e Andrea Spina, tra Bloody Mary rosso Tiziano e cappuccini con panna, croissant caldi e ostriche ghiacciate. Sanno d’antico ma ancora di inesplorato le ricette dal ‘400 al ‘700 attualizzate dagli chef triestini: salsa al fior di gelsomino, mele cotte con cipolle profumate all’arancia, lumache accomodate, frittata di uova di storione.

Caterina Cisotto