Torchiato di Fregona

01.12.2010

[Papageno, anno VIII, n. 32, dicembre 2010, p. 135]

In un libro le storie, gli aneddoti e i segreti di questo veneto "vin santo"

Lo storico torchio è ancora al suo posto, in località Col a Osigo di Fregona, a due passi da Vittorio Veneto. Per decenni, fino a quarant’anni fa, le famiglie della borgata lo avevano usato per la torchiatura degli acini di uva Boschera, Verdiso e Prosecco, lasciati ad essiccare per tutto l’inverno. Un rito secolare, che ha dato vita al celeberrimo "vin santo" conosciuto come Torchiato di Fregona, dai profumi fruttati e dal colore dorato, ottimo con dolci e formaggi. Una produzione di nicchia, tutelata da un Consorzio relativamente giovane ma con radici antiche, costituito dai 13 viticoltori che oggi nei 15 ettari di vigneto ai piedi del Cansiglio producono circa 20 mila bottiglie e tengono viva con orgoglio una tradizione carica di storia. Una storia che finalmente viene raccontata nella pubblicazione "Torchiato di Fregona Doc, a tavola con i riflessi ambrati della memoria" (Terra Ferma Edizioni", voluta dal Consorzio del Torchiato di Fregona, dalla Camera di Commercio di Treviso, dalle istituzioni e dal mondo del vino della Marca. Curato da Mauro Zardetto, il libro alterna ai contributi dei massimi esperti in materia (lo storico Giorgio Mies, l’enologo Enzo Michelet, il sommelier Dino Marchi e il ricercatore Gianni Teo) ricette elaborate per l’occasione, foto d’archivio, per lo più inedite, e suggestive immagini del presente, intervallate da testimonianze in "presa diretta" che celebrano il Torchiato. «Abbiamo voluto raccogliere le immagini e gli aneddoti sul nostro vino – spiega Alessandro Salatin, presidente del Consorzio Fregona Doc – perché non venga dimenticata la storia della nostra comunità, una storia centenaria, in cui il Torchiato si inserisce in modo profondo, scandendo i ritmi del lavoro e della festa».

a cura di Nicola Stievano