Il “tesoro” ville venete. Dal passato al futuro una ricetta di successo

12.12.2013

I castelli della Loira sono 27 e ogni anno attirano sette milioni e mezzo di visitatori con un favoloso giro d’affari. Le ville venete sono circa 4000 con un giro annuo di un milione e mezzo di turisti, il cui numero però è in continua crescita, facendo ben sperare per il potenziamento del settore turistico-culturale che ruota attorno al paesaggio, arte ed economia ereditati dalla “civiltà di villa” che si sviluppò tra il XVI e la fine del XVIII secolo. A dare una “spinta” alla diffusione nel mondo del brand “ville venete” (locomotiva di un nuovo marketing territoriale) ci sono molti progetti, anche multimediali, dell’associazione di proprietari presieduta dal trevigiano Alberto Passi, che ha trovato un alleato in FriulAdria-Crédit Agricole. La collaborazione con la banca pordenonese ha portato alla creazione della collana sulle ville venete “Comune e Diverso” di Terra Ferma Edizioni (gruppo Grafiche Antiga), che ieri a Villa Tiepolo Passi di Carbonera ha presentato il secondo volume della collana: “Ville venete, un nuovo sguardo” di Giuseppe Barbieri (160 pagine, 259 illustrazioni a colori, costo 39,00 euro). Barbieri, ordinario di storia dell’arte moderna a Ca’ Foscari pone all’attenzione un’antica “ricetta di successo”, il patrimonio della civiltà di villa, da riprendere come modello per un nuovo processo di sviluppo turistico ed economico. Unire l’utile, il buono e il bello di quanto ancora il Veneto esprime, valorizzando la sua storia, la lezione ereditata con lo sguardo rivolto al futuro. Il bel volume raccoglie anche contributi di Ivano Gatto, Margherita Naim, Fabio Pittarello e Antonio Scardaccio. Ricordando, in particolare, che la riscoperta di questo patrimonio architettonico, avvenuta nel secolo scorso, ha avuto un “padre” in Giuseppe Mazzotti, che studiò, fotografò e catalogò le ville venete soprattutto per tutelarle da degrado e incuria, portandole all’attenzione dell’opinione pubblica nella grande mostra del 1952 a Treviso, a cui il libro riserva un ampio capitolo. Ma la civiltà di villa si connette anche alla storia della cucina veneta ed all’economia agrolimentare che si sviluppò attorno ad essa. Perciò l’ultima parte del volume raccoglie sette progetti gastronomici di altrettanti rinomati chef del Triveneto (da Corrado Fasolato di Schio a Giovanni Merlo di Giavera del Montello), che rientrano nel circuito “Ristoranti della Modernità” (con portale web dedicato). Perché chi arriva in Veneto può conoscerne anche a tavola storia, arte e civiltà.

(La Tribuna di Treviso, 11 dicembre 2013)