"Uomini, monti e animali", un bel libro

25.09.2011

(Giuliano Dal Mas, "L’Amico del Popolo"

Edito dall’Associazione Cacciatori Bellunesi con prefazione di Cesare Lasen

Davvero strano doversi cimentare con un libro pubblicato dall’Associazione Cacciatori Bellunesi. Il volume "Uomini, monti e animali.
Storie di montagna bellunese" porta infatti la firma dell’Associazione venatoria. L’introduzione è però fatta da un nome illustre: Cesare Lasen, biologo e geobotanico, scienziato della natura, ex presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Il suo è un momento di incontro qualificato tra chi difende la natura e chi spesso viene contestato per il prelievo che effettua. In ogni caso il libro è occasione per valutare anche da parte di chi scrive, con l’occhio comunque del naturalista, un lavoro realizzato dalla controparte.
Il volume di grande formato 29×31, cartonato edito da Terra Ferma (Grafiche Antiga di Crocetta del Montello), viene messo in vendita al prezzo di 35 euro.
Padroni della scena e del colore gli animali: sono loro i protagonisti con le loro storie, i camosci, i cervi, gli stambecchi, ma anche le lepri, gli scoiattoli, le poiane, gli uccelli di minori dimensioni, i merli eccetera. Animali comunque vivi, preda di una macchina fotografica, ripresi nei loro habitat originari, mai morti. Mai scene trionfalistiche di cacciatori che esibiscono le loro prede. E non rari i fiori anch’essi catturati con gli scatti di macchine fotografiche. Ma ciò che veramente ci colpisce sono le immagini della montagna bellunese, specie quelle di Ivan Carlin. Poche volte così suggestive. I luoghi non sono quelli più conosciuti. Privilegiati sono i territori del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi con foto a tutta pagina oppure proposte orizzontalmente nella loro larghezza su due pagine: la stupenda conca di Erera-Brendol cui si sovrappongono nello sfondo gli scenari dolomitici del Cimonega e delle Pale di San Martino, i Monti del Sole spiati dalla cima dello Sperone, la Val Belluna, la malga Erera, la Busa delle Vette, i Piani di Cimia. Un mondo insolito catturato al suo interno, senza l’ausilio di jeep o elicotteri e che ci viene offerto con molta attenzione e sentimento. Di fatto queste scelte si traducono in una silenziosa pubblicità a favore delle zone protette.
Accanto al mondo degli animali e della montagna i racconti di Maria Teresa Colle, di Elvio Dal Pan, di vari altri narratori, ricchi di umanità. Un modo di avvicinare il mondo animale e vegetale attraverso le parole, la conoscenza di chi ha visto, talvolta persino la poesia. Quel mondo si fa vicino e giunge a portata di mano di chi si avventura nella lettura dei tanti racconti. Il tono è generalmente equilibrato, garbato. La penna di Elvio Dal Pan passa con naturalezza indifferentemente dal racconto del cane da caccia, al camoscio, al cervo, alla volpe, con originalità di linguaggio e di contenuti rivelando in lui doti di ottimo osservatore. Gli straordinari scenari di Cimia, il selvaggio di quei luoghi appartati, è occasione per narrare anche una leggenda non nota. Quella di "Isabella". A lui sembra avergliela raccontata il vento, che in una notte di novembre soffiava tra i mughi dei Piani Eterni, mentre raggomitolato dentro un vecchio sacco a pelo, attendeva l’alba per cacciare le bianche pernici. "Isabella era bella di nome e di fatto. Una cascata di capelli biondi faceva da cornice a due splendidi occhi azzurri…".