La storia della Marca

14.12.2014

CASSAMARCA. Il volume di Ivano Sartor sui cent’anni dell’istituto bancario

Una storia lunga un secolo. Complessa. Ritmata, come ogni storia, da vicende positive e da fasi critiche. Ma una storia di coraggio. Interpretata con alterne strategie che alla fine si sono rivelate al passo con i tempi e perciò vincenti. Il corposo volume di Ivano Sartor, "La Cassa di risparmio della Marca Trevigiana – Cassamarca -1913-2013" appena dato alle stampe, voluto dalla "Fondazione Cassamarca", proposto nella sua splendida veste grafica da "Antiga Edizioni" di Crocetta del Montello, va ben oltre le vicende di un istituto bancario che nei suoi primi cento anni è diventato il più importante dell’intera Marca. Cento anni.di storia che fanno tutt’uno con quella della città e dell’intera società trevigiana, delle quali la Cassamarca ha sostenuto lo sviluppo civile ed economico condividendone, nei vari contesti cronologici attraversati, tutti i momenti che hanno segnato gli anni di un secolo intero.
Uno studio meticoloso, un decennio di ricerca che prende avvio dalle radici più remote dell’Istituto, quelle che lo legano prima al Monte di Pietà fondato nel lontano 1496, poi al regno del Lombardo Veneto, quindi, su sollecitazione di Quintino Sella, alla Cassa di Risparmio della Lombardia, prima di vivere di una vita propria verso la fine del 1913 e diventare pienamente operativo all’inizio del 1914, per finire alla sua confluenza, nel 2002, all’interno di UniCredit italiano spa.
Emerge nitido, smarrendosi piacevolmente nelle fitte pagine del prezioso lavoro di Sartor, il proposito di saldare, senza trascurarne alcuno, gli aspetti storico-istituzionali con quelli economici e finanziari del prestigioso istituto. È questa felice commistione che dà al volume il crisma di una rigorosa scientificità, apprezzabile per il sapiente controllo del documento e la capacità di dargli voce. Ne nasce un testo di storia vivo, condotto sempre con quella correttezza etica che contribuisce a garantirgli il fascino di ciò che è autentico. Un lavoro lineare nella sua formulazione, nel quale ogni singolo capitolo, ogni affermazione rimandano alla vastissima documentazione utilizzata, una caratteristica che lega le singole pagine e rimane costante dall’inizio alla fine. Con rapide ma chiare pennellate, vengono raccontati gli effetti nella società trevigiana – e di riflesso nella Cassamarca – dei drammatici avvenimenti del novecento, come la Grande guerra, l’opportuno trasferimento dell’Istituto a Firenze, il difficile dopoguerra e poi le inevitabili ingerenze del fascismo, la devastazione della città nel secondo conflitto seguita dalla faticosa ricostruzione…
In quei frangenti difficili Cassamarca è lì, vicino alla sua gente, a dare fiducia ma ricevendo una sempre più crescente credibilità.
Anni nei quali non sono stati smarriti i propositi dei fondatori che avevano pensato ad una Banca nata accanto alla gente e per la gente, sempre a servizio delle istituzioni. Scelte di saggezza ed intelligenza quelle del precursore Gino Caccianiga, sostenuto con grande caparbietà da Luigi Luzzatti, e dai successori, a partire da. Ernesto Cason, Giorgio Serena, Luigi Chiereghin, Bruno Marton e dal 1987 in poi da Dino De Poli. Le loro lungimiranti intuizioni hanno permesso all’Istituto di crescere oltre i ristretti ambiti territoriali anche attraverso incorporazioni di istituti un tempo operanti nel territorio, come Castelfranco, Asolo, Vittorio Veneto…

Sempre al passo con i tempi
Nei suoi lunghi anni di storia, l’istituto ha saputo, ha dovuto rinnovarsi nei suoi assetti organizzativi e nelle sue strategie adattandosi al tessuto sociale e ai bisogni del territorio che fenomeni quali la globalizzazione, i progressi in ambito scientifico e tecnologico, e recentemente una crisi che ingravida il presente di preoccupazioni sociali, hanno radicalmente cambiato. È però davvero straordinario registrare che, nonostante le sempre nuove istanze economiche e sociali che hanno imposto un mutato contesto regolamentare, sopravviva ancora, come ricorda l’ad di UniCredit, Federico Ghizzoni, la vocazione originaria di Cassamarca, il suo spirito d’intraprendenza e la capacità di guardare oltre: una ricchezza che UniCredit ha fatto sua per sfruttarla fino in fondo. Una preziosa eredità, un grande merito del quale Sartor, pur senza evocarli esplicitamente dà ampia ragione leggendo le vicende di una Banca che nei suoi primi vagiti apre i battenti in un angusto locale di Piazza dei Signori, poi nella ristrutturata "Loggia della Guardia", poi nella sede di Ca’ Spineda, un palazzo che nel tempo è diventato sempre più splendido e prestigioso.
Dopo la confluenza in Unicredit, dell’originaria "Cassa di risparmio della Marca trivigiana" resta la "Fondazione Cassamarca", custode di meriti che il ricchissimo passato le ha garantito, ma anche – pregio di non poco conto – dell’immenso patrimonio artistico che nel tempo – quasi mille opere di inestimabile valore – ha raccolto e al quale Sartor dedica non poche pagine corredate da preziose illustrazioni.
A distanza di cento anni dalla nascita di Cassamarca, l’omonima Fondazione, ricorda con orgoglio De Poli, è ancora fedele ai principi istitutivi continuando – quasi una missione – a collaborare con le istituzioni pubbliche.
Cento anni di una storia che continua. Una scommessa nella quale, ieri Cassamarca, oggi l’UniCredit e Fondazione Cassamarca continuano a credere. La lunga esperienza dell’antico istituto trevigiano, è una sicura garanzia per vincere le sfide del presente e proiettarsi nel futuro. Almeno per altri… cento anni. (Mario Cutuli)