La ricerca. Sulle orme di San Giacomo in chiese e ospitali trevigiani

08.09.2014

Chi è quel pellegrino con il cappello a larghe falde, il bordone, la bisaccia e la conchiglia sul mantello, raffigurato nel bassorilievo nella chiesetta di Santa Lucia a Treviso? È solo una delle numerose raffigurazioni di San Giacomo che si trovano nelle chiese trevigiane. La città nel medioevo era luogo di passaggio di devoti del Santo. Sappiamo che esistevano Ospitali per l’accoglienza, cappelle a lui dedicate e immagini che lo ricordano; ma qual’era il ruolo e l’importanza di Treviso nel Medioevo? In questi giorni Terra Ferma ha pubblicato “Sulle orme di San Giacomo nel Medioevo delle Venezie” dove l’autore, Paolo Spolaore, tratteggia le grandi direttrici di comunicazione, i luoghi di accoglienza e di culto, inserendoli nelle dinamiche politiche, religiose ed ambientali del tempo. L’autore si è incamminato sulle tracce del culto di “messer Zacomo” peregrinando tra archivi e biblioteche. Soffermandosi su Treviso, spiega che nel nucleo più antico della città c’erano la chiesa e ospitale gestiti dalla confraternita dei Battuti di San Giovanni di Riva – oggi scomparsa – con altare dedicato a San Giacomo, un altro si trova ancor oggi nella chiesa di San Leonardo. La chiesa di Santa Lucia poi è un vero e proprio scrigno iacobeo: sul lato destro dell’altare si trova un bassorilievo con raffigurati San Cristoforo e Giacomo, mentre nella volta sono affrescate le storie dei due santi. Esistevano l’Ospitale di San Giacomo dello Schirale a Santa Maria Maggiore e di San Giacomo della Spada a San Tommaso e altre testimonianze in chiese e luoghi di culto.

Chiara Voltarel

Il Gazzettino di Treviso (12 agosto 2014)