Professore e poeta. Niero, il veneto che svela la Russia

13.09.2012

Dal piccolo quartieredi Chievo, a Verona, all’ imponente libreria Dom Pashkova, nel cuore di Mosca. Un cammino lungo 25 anni scandito dai caratteri cirillici e dai versi della poesia russa. A percorrerlo Alessandro Niero, professore veronese di letteratura russa all’Università di Bologna, che da molti anni vive al Lido di Venezia, diventato uno dei più importanti e riconosciuti traduttori italiani di poesie dal russo. Domenicascorsaharicevuto la consacrazione internazionale nella libreria Dom Pashkova da una giuria presieduta da Georges Nivat con la consegna del “ReadRussia”, premio letterario internazionale per la miglior traduzione dal russo (in concorso, oltre alle traduzioniin italiano, quelle in spagnolo, tedesco, francese, inglese, polacco e cinese). Il riconoscimento arriva per un lavoro tutto «made in Veneto», edito da Terra Ferma. La casa editrice trevigiana nel 2011 ha pubblicato Trentatré testi di Dmitrij Prigov, tradotti da Niero in occasione della mostra del poeta concettualista russo organizzata da Ca’ Foscari e dal Centro di alti studi sulla cultura e le arti della Russia.

Quella tra Niero e il russo è una storia d’amore iniziata nell’autunno del 1987 alla Rinascente di Verona. Dallo scaffale spunta Il sosia di Dostoevskij, un’edizione Oscar Mondadori. «Da quel momento ho iniziato ad amare la cultura russa – spiega il poeta e traduttore veronese – Erano i tempi della “Perestrojka” e di Gorbaciov e nelle Università c’era un piccolo boom di studenti di russo, attratti un po’ dall’amore per la cultura russa, un po’ dall’ideologia. Somiglia a quanto avviene in questi ultimi anni, anche se ora l’orizzonte è principalmente quello delle opportunità di lavoro e di business».

Nel frattempo Niero ha firmato il suo sesto lavoro di traduzione con un tuffo nell’800 russo attraverso i versi di Afanasij Fet, Arduo è restituire la bellezza viva. Liriche, Edizioni Aride, Milano 2012.

 

Corriere del Veneto, 13/09/2012