Treviso di carta: strenne di Natale

19.12.2011

[Il Gazzettino]

Tra la neve arrivano tre libri freschi, freschi legati a Treviso: uno sulla sua storia, uno sulle cartografie del territorio della Marca ed un terzo con poesie in dialetto; libri che parlano della città, che contengono odi, ricordi storici o immagini.

Tarantola, storica libreria, diventa anche editrice, come esordio ha scelto "Storia di Treviso" scritta da Rino Bellio. Un libro agile, ben curato, di carattere divulgativo ma sviluppato con approccio scientifico. Questo volume ripercorre le vicende che hanno interessato la città, senza essere troppo nozionistico. Un compendio che si apre con le origini e l’epoca antica, inquadra un territorio selvaggio e inospitale, dove lentamente i primi uomini si adattarono e l’ambiente diventò sempre meno ostile. A testimonianza ci sono molti reperti archeologici, l’autore parla dei ritrovamenti avvenuti sull’altura di Sant’Andrea o zone affacciate al Sile e quindi successivamente le aree di Piazza dei Signori, Indipendenza e il Duomo. Quindi la Tarvisum o Tarvisium romana, l’importante lapide dei Seviri con il Quadruvium , cardo e decumano. Il cristianesimo e la tradizione che vuole San Prosdocimo come evangelizzatore, il primo medioevo con Goti, Longobardi, Carolingi, avanti fino all’età comunale con la costruzione di edifici, lo sviluppo edilizio, la dominazione veneziana, l’arte del Quattrocento e il Cinquecento con la nuova fortificazione. Via via fino al Novecento con le guerre, il fascismo, un excursus storico che ci porta e finisce con Tangentopoli. Il libro ha già riscosso un grande successo, tanto che si sta pensando ora ad una ristampa.
Una preziosa testimonianza sulla cartografia del territorio e sugli aspetti tecnici dell’arte della stampa cartografica è "Marca Trevigiana. Cartografie dal XVI al XIX secolo" scritto da Anna Zanini e Luisa Tiveron (Terra Ferma Edizioni). È un lavoro di molti anni tra archivi e biblioteche, riproduce 264 rappresentazioni geografiche della Marca Trevigiana, dal 1547 al 1899, e si presenta come un catalogo scientifico che descrive ciascuna stampa, tutte raggruppate per sezioni. Questo volume completa l’opera "Carte di una città e del suo territorio", il cui primo volume intitolato "Treviso. Vedute e cartografia da l xv al xix secolo", edito nel 2008 a cura delle stesse autrici, rappresenta un repertorio scientifico di riferimento per le vedute e le mappe antiche della città di Treviso dal xv al xix secolo.

Oddo Celotti amava moltissimo la sua città e "l’anima serena trevisana", ecco allora "Te vojo tanto ben, Treviso mia", libro edito da Devanzis che raccoglie un’ottantina di sue poesie, composte quasi esclusivamente in dialetto tra il 1922 e 1975, introdotte da una biografia e da un saggio critico delle curatrici Claudia Furlan e ara Visentin. Con quest’opera si riscopre un pezzo di trevigianità ingiustamente dimenticata. Personalità di spicco nell’ambiente culturale, Celotti fu trevigiano anche nell’anima oltre che per natali, rappresentante in vita del motto del "mi no vado a combatar", che contraddistingue in fondo anche i trevigiani di oggi. Amante delle carte, delle chiacchiere e "de qualche goto de vin bon del Piave" da bersi in osteria e con gli amici.

Chiara Voltarel